di Giovanni De Luca
A occhio non riesci a dirlo, ma con un minimo di attrezzatura il calcolo della densità è semplice e preciso. Vi spieghiamo come procedere insieme a Andrea Bosio di Novonesis.
A vederla da lontano la trincea sembra (quasi sempre) bella, ma siamo sicuri che sia stata compattata in maniera ottimale? Difficile dirlo “a occhio” perché la massa può ingannare e non tutti i punti della trincea sono compattabili con la stessa precisione ed efficienza. Gli allevatori lo sanno bene e tutti concorderanno nel dire che un conto è passare e ripassare con il trattore al centro della trincea, un altro è fare la stessa operazione ai bordi, specialmente se si vuole finire tutto il trinciato che il terzista sta scaricando nel piazzale e si sta creando una brutta e poco funzionale baulatura.

Calcolo della densità
Andrea Bosio, specialista inoculi di Novonesis, lo sa altrettanto bene e, quando entra una stalla, preferisce ragionare sui numeri e non sulle sensazioni, anche per offrire al proprio interlocutore delle cifre chiare grazie alle quali prendere le decisioni migliori, visto il valore che ogni allevatore stocca in trincea. La densità di compattamento è in realtà semplice da calcolare, ma occorrono alcuni strumenti per essere certi della correttezza del campionamento e del successivo calcolo.
Il kit di cui Andrea dispone prevede l’utilizzo di: trapano elettrico, carotatore metallico, asta misuratrice, bilancia e calcolatrice. Tutto molto analogico, ma assolutamente funzionale. Si inizia seguendo il protocollo Novonesis, che prevende 6 punti di campionamento sul fronte della trincea, 3 in alto e 3 in basso, per essere certi di avere dati precisi e omogenei che ci parlino dell’effettivo stato della massa. Nel nostro caso, per brevità, abbiamo eseguito solo un campionamento in basso a destra della trincea, ma per avere un dato corretto occorrerebbe fare i 6 carotaggi.

Procedura semplice
Si prende quindi il trapano, si applica il carotatore metallico (molto simile ad una sega a tazza per cartongesso) e si perfora la massa insilata inserendo tutta la lunghezza del carotatore. In una trincea di pastone si farà più fatica a procedere, mentre in una trincea di insilato l’operazione sarà un po’ più agevole. Si estrae quindi il carotatore ponendo la massima attenzione per evitare che il contenuto cada e si posiziona il tutto su una bilancia, sulla quale avremo precedentemente fatto la tara, togliendo il peso del carotatore (nel nostro caso 499 grammi) perfettamente pulito. Poi si registra il peso del campione, nel nostro caso 838 grammi.
Per il computo della densità (la massa totale di un oggetto divisa per il suo volume) occorre quindi calcolare il volume del campione ricavato dalla trincea e per questo si utilizza la speciale asta misuratrice che si inserisce nel foro di carotaggio, rilevandone la profondità (21,5 cm). Il diametro interno del carotatore è noto (nel nostro caso 49 mm) e quindi, una volta misurata anche la sostanza secca della massa (32%), adesso disponiamo di tutti i dati che ci servono e si può quindi procedere con il computo della densità.

Il risultato che si ottiene sul tal quale è pari a 841 kg/m3, che, rapportato alla sostanza secca (32%), diventa 269 kg/m3/s.s. Quando il dato, in una trincea di silomais, sul tal quale è superiore di 750 kg/m3 si può stare tranquilli sulla correttezza del compattamento in fase di insila- mento, visto che si otterrà una densità sul secco superiore ai 260 kg/m3/s.s.
È normale che il centro sia più denso rispetto ai lati, ed è altrettanto normale che i campioni ottenuti dai tre carotaggi in basso siano più densi rispetto a quelli superiori, ma senza esagera- re con le differenze, come dimostrano i dati in tabella 1.
“La densità è un parametro importante – ricorda Bosio – anche per impostare il lavoro con il terzista e decidere il tipo di cantiere da utilizzare. Ma occorre integrare queste informazioni anche con la temperatura e l’acidità della massa in trincea perché una non corretta gestione della copertura, eventuali fori nel film plastico e altre variabili possono fare grandi differenze”.

Cappello? No grazie!
Discorso a parte riguarda il cappello, che molti allevatori ritengono una presenza inevitabile, mentre non è affatto vero, perché coprendo bene la massa e utilizzando un inoculo specifico da distribuire prima della chiusura della trincea con una pompa a spalla, si può prevenire il problema. “I costi del cappello? Non ne hai percezione – conclude Andrea Bosio – sino a quando non fai i conti. Un cappello spesso 30 centimetri, che ricopre una trincea profonda 30 metri e larga 10 metri, compromette una massa di circa 90 m3, che corrisponde a 63 tonnellate, con un danno economico stimato in circa 3465 euro, considerando il trinciato a 55 eur/tonnellata. Il costo di un trattamento con un prodotto ad hoc studiato per evitare la formazione del cappello? Incide meno del 10% del valore delle perdite.
Adesso i conti fateli voi…

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