Gestione mandria
Più efficienza in razione con il loglio italico insilato giovane
Questa foraggera oggi torna ad essere di primaria importanza nelle stalle con bovine ad elevata produzione per alimentarle correttamente. Attenti però al momento della raccolta
Per sostenere elevate produzioni, le moderne bovine da latte necessitano di diete ad elevato contenuto in energia e proteina. Nel corso degli anni, si è lavorato prevalentemente sulla qualità e sul valore nutritivo degli alimenti concentrati, mentre una minore attenzione è stata riservata ai foraggi prodotti in azienda.
Il crescente fabbisogno giornaliero di bovine sempre più performanti, non accompagnato da una concomitante capacità di ingestione degli animali, ha determinato un graduale aumento della quota di concentrati nelle razioni a scapito dei foraggi, il cui ruolo nutrizionale è stato molto spesso relegato in secondo piano.
Il valore nutrizionale dei foraggi è definito dal contenuto in energia e proteina per kg di sostanza secca: maggiore è il valore nutrizionale del foraggio, maggiore è la sua capacità di fornire nutrienti al ruminante. Nelle razioni moderne, la qualità dei foraggi può quindi rappresentare una chiave di volta per aumentare la conversione in latte della dieta somministrata in mangiatoia. Il valore nutrizionale delle foraggere prative è determinato dallo stadio di sviluppo in cui vengono raccolte e dalla conseguente qualità della componente fibrosa, ovvero dalla digeribilità ruminale della fibra.
La doppia coltura loglio italico-mais rappresenta una grande opportunità per le aziende della Pianura Padana
Scelte obbligate
È noto come al progredire della maturazione del foraggio aumenti la resa di sostanza secca per ettaro, ma diminuisca drasticamente il valore nutrizionale tanto più ne venga ritardata la raccolta. Questo è dovuto all’incremento del contenuto in carboidrati strutturali (NDF e lignina) e alla diminuzione del contenuto in proteine e carboidrati non fibrosi (NFC), fonti di energia per l’animale. Il concetto di digeribilità della fibra è legato alla capacità dei batteri ruminali di scindere i legami della cellulosa e utilizzare le proteine e gli NFC contenuti nel foraggio, convertendoli in energia per il ruminante. Chiaramente, più il foraggio è strutturato e ricco di fibra indigeribile, minore è la capacità dei batteri ruminali di colonizzare il foraggio e ricavarne energia per l’animale. Benché in presenza di una base foraggera ad elevato contenuto di NDF si possa comunque mantenere la produzione di latte inserendo in razione una quantità supplementare di concentrato, disporre come base foraggera di un foraggio ad elevato valore nutritivo fornisce indubbi vantaggi, tra cui il miglioramento del benessere delle bovine (ricordiamo che stiamo alimentando dei ruminanti!), l’ottimizzazione delle performance produttive e dei costi alimentari.
Una delle foraggere che meglio si inserisce in questo contesto è il loglio italico. Se sfalciato a stadi fenologici precoci (fase di botticella) e conservato attraverso l’insilamento, questa coltura rappresenta una soluzione formidabile per valorizzare la base foraggera della razione.
Loglio italico allo stadio di fioritura. Sfalciato in queste condizioni, il valore nutritivo non è elevato
Un po’ di storia
L’utilizzo della doppia coltura loglio italico-mais nella pianura Padana irrigua a nord del Po ha fortemente caratterizzato, sin dagli anni ’80 del secolo scorso, il panorama foraggero legato alla produzione di latte in una gran parte delle aziende zootecniche. Storicamente, la conservazione come insilato o come fieno avveniva sfalciando il loglio italico in stadi avanzati di sviluppo (spigatura-fioritura), cui seguiva la produzione di trinciato della pianta intera di mais.
Oggi, l’obiettivo è produrre alimenti di elevatissima qualità per mandrie caratterizzate da livelli produttivi medi superiori a 40 kg giornalieri per capo. In quest’ottica l’abbinamento delle due colture assume una nuova valenza con condizioni ben precise da rispettare. Il loglio italico deve essere raccolto a stadi molto precoci (prima della botticella), per ottenere una fibra altamente digeribile, mentre la pianta di mais deve essere valorizzata raccogliendo separatamente la spiga dallo stocco, poiché la spiga (la parte energeticamente più nobile) contiene oltre il 65% dell’energia ottenibile dalla pianta del mais. In questa maniera si può arrivare a produrre circa 260 GJ/ha di energia metabolizzabile (+30% rispetto al sistema convenzionale) e ad avere una maggiore concentrazione energetica del kg di sostanza secca prodotto da destinare all’alimentazione delle vacche in lattazione.
Valore aggiunto
Di seguito viene riportato un esempio di come l’inserimento in razione di una quota di loglio italico insilato ad altissimo valore nutrizionale rappresenti un valore aggiunto per la razione alimentare delle bovine rispetto allo stesso foraggio, raccolto a stadi più avanzati e quindi caratterizzato da un valore nutrizionale più basso.
In tabella si riporta a confronto una razione convenzionale a base di silomais (razione 1) e una a base di loglio italico insilato di bassa qualità (razione 2) rispetto ad una razione avente come base foraggera solo loglio italico insilato di altissima qualità (razione 3).
Tutte e 3 le tipologie di razioni sono state formulate per prevedere la massima inclusione di foraggio possibile, sono tecnicamente efficienti e in grado di supportare una produzione di circa 40 kg, a parità di ingestione di sostanza secca, di concentrazione energetica e proteica. In entrambe le tipologie di razioni la quota di NDF da foraggio è pressoché simile, ma nel caso della razione contenente loglio italico di altissima qualità come base foraggera, la quota di foraggio in razione è nettamente più alta e conferisce alla dieta indubbi vantaggi sul benessere animale.
Efficienza garantita
Interessante notare come, solo avendo a disposizione una base foraggera di elevata qualità, è possibile sostenere produzioni medie pari a 40 kg di latte capo giorno utilizzando livelli di amido nettamente più bassi, consentendo uno spazio di manovra nettamente più ampio per poter ottenere produzioni ancora più elevate.
Occorre ancora notare che disporre di un loglio italico insilato di altissima qualità, rispetto ad una razione convenzionale formulata con un loglio italico di bassa qualità, consente di ridurre i quantitativi di farina di mais e di soia e di azzerare l’utilizzo di polpe e melasso.
In conclusione, l’inserimento in razione di una quota di loglio italico ad altissimo valore nutrizionale offre l’opportunità di rendere l’azienda da latte meno dipendente dal mercato delle materie prime, e permette di aumentare la quota di foraggi in razione, con indubbi vantaggi sul benessere delle bovine e sulla possibilità di esprimere tutto il loro potenziale produttivo.
di Stefania Pasinato, Ernesto Tabacco, Francesco Ferrero, Giorgio Borreani, Daniele Giaccone, Luciano Comino, Luca Bertola
Approfondimento:
AgriBusiness Consulting
www.abconsult.it
info@abconsult.it