Vitelli di qualità se il colostro è di qualità

Ai fini della qualità del colostro, l’alimentazione e le condizioni in cui le bovine sono tenute prima del parto hanno un peso notevole

Gestione mandria

Vitelli di qualità se il colostro è di qualità

Migliorare il secreto dei primi giorni e fornirlo in quantità adeguate ai neonati. Due elementi chiave per poter migliorare anche la redditività aziendale

 

Il colostro costituisce la secrezione delle ghiandole mammarie che viene prodotta immediatamente prima del parto e nel corso dei primissimi giorni successivi. Tale prodotto svolge un ruolo immensamente significativo durante il periodo perinatale, perché grazie ad esso i vitelli acquisiscono la prima forma di immunità, in attesa dello sviluppo del loro sistema difensivo. La composizione chimica del colostro differisce nei vari tipi di animali, come mostrato nella tabella 1. Il colostro costituisce una ricca fonte sia di immunoglobuline che di fattori di crescita, come i fattori di crescita insulino-simili (IGF I e II), il fattore di crescita derivato dalle piastrine (PDGF), il fattore di crescita epidermica (EGF), il fattore di crescita trasformante 2 (TGF-2), l’ormone della crescita (GH) e l’interleuchina 1 (IL-1). Tutti questi fungono da stimolanti e mediatori in molti processi che avvengono a livello cellulare. Il colostro risulta pertanto non solo un’importante fonte di energia e di nutrienti per il giovane vitello ma un alimento dalle proprietà “extra-nutrizionali”.

 

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Se dovessimo descrivere tale liquido lo si potrebbe definire denso, giallo e leggermente acido (pH 6,4); il colostro comprende elementi biologicamente attivi e sostanze batteriostatiche come enzimi, ormoni, poliammidi, derivati degli acidi nucleici, aminoacidi. Le sostanze batteriostatiche includono immunoglobuline, latto-perossidasi, lattinene, lattoferrine, lisozimi e leucociti. Tra i vari elementi già menzionati, le proteine sono quelle su cui ci si concentra maggiormente, e in particolare le immunoglobuline che costituiscono la principale fonte di immunità innata nei confronti delle infezioni batteriche.

 

 

Composizione chimica

La composizione del colostro cambia velocemente di ora in ora. Il suo valore biologico e nutritivo diminuisce nel tempo (tabella 2). Il tempo costituisce un elemento critico per l’alimentazione del colostro dei vitelli. È per questo che è così importante fornire il colostro subito dopo la nascita (0,5–1 ore). La capacità di assorbire le immunoglobuline del colostro diminuisce di un terzo già a 6 ore dopo la nascita e di due terzi dopo 12 ore. Inoltre, la barriera intestinale che limita il passaggio delle immunoglobuline, nel vitello appare già a 24 ore dalla nascita. Il lattosio è il carboidrato più rappresentativo, ed è principalmente una fonte di energia per il vitello. Esso consiste di due zuccheri: glucosio e galattosio. Il lattosio svolge un ruolo importante nel corretto sviluppo dei mammiferi appena nati in quanto è un’importante fonte di energia, indispensabile per organi come cuore, fegato e reni. Inoltre, esso stimola le funzioni della colonna vertebrale, del cordone e delle cellule nervose del cervello.

Le vitamine contenute nel colostro sono sia liposolubili (A, D, E e K) che idrosolubili (tiamina, riboflavina, piridossina, cobalamina, niacina, biotina, acido pantotenico, acido folico, acido nicotinico e colina). Le concentrazioni di tiamina, riboflavina, folato, piridossina e cobalamina sono maggiori nel colostro che nel latte, mentre i livelli di acido pantotenico e la biotina sono minori nel colostro e la concentrazione di vitamine A ed E è generalmente maggiore nel latte. Insieme a composti come magnesio e zinco, le vitamine svolgono un ruolo molto importante nel sostenere i meccanismi di difesa dei vitelli e nel creare la giusta immunità alle infezioni. Le vitamine E e C possiedono proprietà antiossidanti e aiutano a stabilizzare le membrane (macrofagi, granulociti, e linfociti). Un ruolo significativo è svolto dalle vitamine A, D ed E, poiché la loro carenza si traduce nella diminuzione delle capacità immunitarie.

 

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Evitare il FPT

Si consiglia di fornire il colostro ai vitelli frequentemente (3 poppate/giorno) per raggiungere un apporto minimo di 6 litri/giorno durante i primi due giorni di vita. Il mancato trasferimento dell’immunità passiva (failure of passive transfer, FPT) nei vitelli appena nati può essere evitato se i vitelli consumano 3 litri di colostro con una concentrazione di immunoglobuline superiore a 40 mg/ml entro 6 ore dalla nascita. Una rapida mungitura del colostro e la possibilità di fornirlo al vitello è importante anche per i cambiamenti di composizione che avvengono durante le prime ore. Le attuali pratiche zootecniche includono l’alimentazione del colostro attraverso sonda esofagea o biberon. I vitelli nutriti con sonda esofagea consumano più colostro nel loro primo pasto; in altri studi si è invece evidenziato come la colostratura tramite biberon aumenti le concentrazioni sieriche di immunoglobuline quando i vitelli vengano nutriti con 1,5 litri di tale secreto.

 

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Secondo recenti studi (Lora e coll., 2019), i vitelli colostrati con sonda esofagea o biberon tendono ad andare meno soggetti a mancato trasferimento dell’immunità passiva rispetto ai vitelli che si nutrono per suzione naturale (foto M.Fustini)

 

 

Fattori di variabilità

La qualità del colostro varia e tale variabilità è determinata sia da fattori individuali che da fattori ambientali: ordine di parto, dieta pre-parto, stagione, razza, durata dell’asciutta, vaccinazione della madre e tempistica di raccolta del colostro. Anche gli aborti e lo stato di salute della bovina possono influenzare la qualità del colostro. Il fattore mandria ha il maggiore effetto sulla composizione del colostro bovino (ma non su lattoalbumina e lattoglobulina), il che significa che l’intensità dell’alimentazione e le condizioni in cui le bovine sono tenute prima del parto sono molto importanti quando si tratta di qualità del colostro prodotto. Altri fattori che incidono sulla variabilità delle caratteristiche includono l’età e la stagione del parto.

L’efficacia del colostro è negativamente correlata con la sua densità e anche con il suo contenuto, cioè come la quantità di colostro aumenta, la sua qualità peggiora. Quando la resa in colostro aumenta da bassa (<3 kg), media (3-6 kg), ad alta (>6 kg), la concentrazione di immunoglobuline diminuisce. Tuttavia la quantità di immunoglobuline trasferita nel colostro non sembra essere correlata alla dimensione della ghiandola mammaria. La composizione del colostro è caratterizzata da una diversità genetica, che riguarda la maggior parte dei fattori analizzati. L’ereditabilità (h2) del livello di immunoglobuline nel colostro di bovine di razza Holstein è pari, secondo alcuni autori (Szulc, 1998) allo 0,50. Sono riportati livelli inferiori (h2 = 0,41) nel colostro di bovine Hereford, Angus e Simmental (Gilbert et al., 1998).

 

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Banca aziendale del colostro. Se dovessimo descrivere tale liquido, dal punto di vista chimico-fisico lo si potrebbe definire denso, giallo e leggermente acido

 


Conclusioni

La qualità del colostro varia e tale variabilità è determinata sia dagli individui che dai fattori ambientali visti sopra. Come è noto, il colostro ha un significato decisivo quando si tratta della salute dei vitelli e dei risultati raggiunti in futuro. Questo è il principale motivo per cui vale la pena prestare attenzione affinché ai vitelli venga fornito un colostro di buona qualità.

 

di Andrea Roberti