Carni d’autore

Andrea Rabino è alla guida dell’Anaborapi dal mese di luglio del 2022

Gestione mandria

Carni d’autore

Eccoci sulle colline di Villafranca d’Asti, nell’azienda agricola in cui il presidente dell’Anaborapi Andrea Rabino alleva insieme ai suoi familiari gli amati bovini di razza Piemontese

 

Un’oasi zootecnica tra i vigneti: dopo un panoramico sali-scendi attraverso le dolci colline astigiane, eccoci giunti all’interno de “La Rondine”, l’azienda agricola della famiglia Rabino che tanto in fatto di uve, quanto di allevamento bovino vanta una tradizione secolare. “Fu mio trisnonno Sebastiano – esordisce infatti Andrea Rabino, titolare dell’azienda insieme al fratello Gianpiero, nonché presidente dell’Associazione nazionale allevatori bovini di razza Piemontese (Anaborapi) – che intorno al 1880 si trasferì su queste colline per mettersi a coltivare la vite, portandosi dietro la famiglia e l’immancabile coppia di buoi. Di razza Piemontese, ovviamente”.

 

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Andrea insieme al fratello Gianpiero e a papà Secondino


Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia, ma la famiglia Rabino è rimasta fedelmente devota a questa magnifica razza bovina, che se un tempo forniva forza motrice e concime per coltivare il vigneto, oggi è una generosa donatrice di carne di qualità. Una razza che alimenta un tessuto produttivo costituito da piccole-medie aziende agricole a gestione familiare, che sanno perfettamente coniugare alti livelli di benessere animale con la cura del territorio e il rispetto dell’ambiente. Basti pensare al diffuso ricorso al pascolo estivo o alla moderata necessità di farmaci espressa da questi bovini, spesso allevati, come nel caso dei Rabino, a ciclo chiuso. Due aspetti che stanno proiettando gli allevatori della razza Piemontese in pole position per quanto riguarda l’intercezione dei premi Pac.

 

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L’azienda “La Rondine” dei fratelli Rabino si trova in collina, tra boschi e vigneti, ed è provvista di tre grandi paddock dedicati al pascolo estivo della mandria. L'alimentazione è ogm free

 

Bizze climatiche

Ciononostante tra le cascine della regione domina un clima di incertezza per ciò che riguarda la produzione foraggera: “In tempi normali – rimarca Andrea – riusciamo a coprire il nostro fabbisogno di fieno, e anzi, riusciamo a venderne anche un po’. Quest’anno staremo a vedere…”. Ma l’azienda della famiglia Rabino sembra avere le spalle sufficientemente larghe per far fronte alle difficoltà: la terra, sebbene in parte coperta da bosco (oltre che da pascolo) non fa difetto e la mandria spicca per numeri e qualità: “l’allevamento di oggi – osserva a questo proposito il nostro interlocutore – è il frutto delle scelte e del lavoro di nostro padre Secondino, che partì negli anni ’80 con una stalla e con un centinaio di capi a ciclo chiuso. Poi, nel 2010, abbiamo costruito la nuova stalla a stabulazione libera per le fattrici, e nel 2013 abbiamo ammodernato la stalla risalente agli anni ’80, dove attualmente alleviamo le manze e i capi all’ingrasso. È stato in quegli anni che dal punto di vista numerico siamo arrivati più o meno a regime. Ma adesso, dopo esserci liberati di una ventina di esuberi, ci siamo stabilizzati sui 270 capi”.

 

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Le fattrici sono allevate in stabulazione libera, all’interno di una moderna struttura edificata nel 2010

 

Scelta dei tori

Quanto alle scelte genetiche, “sulle vacche – osserva Andrea – ricorriamo sempre, per lo meno in prima battuta, alla F.A., e al momento di acquistare il seme diamo la precedenza ai tori in prova di progenie che spiccano per forma (indice di muscolosità di almeno 115), per lunghezza e da 2-3 anni a questa parte anche per docilità. Alle bovine più giovani, troppo nevrili per l’inseminazione strumentale, ci pensa invece il torello per manze che abbiamo acquistato dal Centro genetico di Carrù. I vitelli nascono bene, ma tendono a non raggiungere una taglia elevata”.

E a proposito di nascite, “qui da noi – osserva il nostro interlocutore – la stragrande maggioranza sono parti spontanei e in minima parte aiutati. Tagli cesarei? Nell’ultimo anno abbiamo avuto un solo caso, dunque grosso modo in linea con la media di razza, attestata sul 2-3% dei parti. Di questo, per altro, va dato merito all’Anaborapi, che ha saputo sviluppare due linee genetiche diverse, quella da carne e quella da allevamento, e consigliare al meglio noi allevatori attraverso il servizio che si occupa dei piani di accoppiamento”.

 

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Le manze vengono coperte dal torello aziendale, appositamente acquistato dal Centro genetico di Carrù

 

Sempre più comfort

Dopo il consueto giro in azienda – durante il quale apprezziamo un diffuso ricorso alla tecnologia e in particolare ai sensori per il parto e ai tag a collare per il monitoraggio dei calori, dello stato di salute e della ruminazione – è ancora Andrea che ci parla dei futuri progetti aziendali: “la nostra idea è continuare a migliorare il benessere animale. Per cui intendiamo potenziare la ventilazione delle stalle, coprire il box esterno delle manze per ripararlo dalla pioggia e infine sistemare il tetto della stalla ristrutturata nel 2013. E naturalmente intendiamo perseverare con il miglioramento genetico”. Chi si ferma è perduto, dice il detto.

 

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Oltre che alla cooperativa Compral e ad alcune macellerie del circuito Coalvi, i capi ingrassati in azienda sono in piccola parte destinati alla vendita diretta con consegna a domicilio di pacchi famiglia da 10 kg