Allevatrici di razza

Gestione mandria

Allevatrici di razza

La zootecnia si sta tingendo di rosa e noi siamo andati a Bozzolo (Mn) a trovare due ventenni che hanno scelto di vivere e lavorare con le Holstein. Cavandosela in modo egregio...

 

Due vite parallele, quelle di Marta Pagliari e di Chiara Chizzoni. E non solo per il fatto di essere entrambe giovani donne, o di abitare e lavorare a pochissimi chilometri di distanza, nelle strutturate e performanti aziende agricole delle rispettive famiglie. “Sono due ragazze in gamba, che sembrano avere scritto nel Dna il mestiere di allevare” ci aveva assicurato Cristiano Barisani, il buiatra che lavora al loro fianco quando è in visita nei due allevamenti. Per cui noi siamo andati a trovarle a Bozzolo (Mn) per raccogliere le loro testimonianze.

 

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Marta Pagliari

 

Onore al merito

“In genere noi donne siamo più puntigliose, e con gli animali abbiamo un occhio di riguardo in più. Ma non so se è il mio caso”. Prova a schermirsi, Marta Pagliari, quando ci accomodiamo nell’ufficio aziendale della Società agricola Abbazia della Gironda, di cui la nostra interlocutrice è divenuta recentemente titolare affiancandosi al padre Andrea e al fratello Luca, e quando le riferiamo le parole che hanno ispirato la nostra visita in azienda. Dopo di noi entrano i suoi familiari, che confermano in pieno il giudizio espresso dal dottor Barisani. “Marta è bravissima a gestire la stalla, a dare gli input ai dipendenti e a svolgere tutte le mansioni amministrative e burocratiche – le riconosce orgoglioso papà Andrea – e in più, numeri alla mano, è la migliore addetta alla F.A. che abbiamo in azienda: più del 50% delle inseminazioni da lei realizzate vanno a buon fine. Ma l’aspetto più edificante è che pur essendo qui con noi da soli 5 anni, Marta gode già di un buon livello di autonomia e soprattutto tende a migliorare: si pone dei dubbi, e non avendo delle consuetudini su cui appoggiarsi, accetta i suggerimenti offerti dai nostri consulenti aziendali”. La sua carriera professionale inizia dal settore della ristorazione a cui accede subito dopo aver frequentato, nella vicina Cremona, l’Istituto alberghiero. “Lavorare in questo ambito mi piaceva – racconta Marta – ma nel corso degli anni ho incontrato alcune difficoltà per cui, su consiglio di papà, ho provato a tornare qui in azienda, dove sono nata e cresciuta, cominciando dalle carte e dalle prime mansioni in stalla e in vitellaia”. “Quest’ultimo – interviene ancora Andrea Pagliari – era un reparto che all’epoca presentava alcune criticità, ma Marta ha obiettivamente fatto la differenza e oggi i problemi sono stati superati”.

 

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Marta con il papà Andrea e con il fratello Luca

 

Ogni giorno è diverso

Da quel fatidico debutto sono passati come si diceva 5 anni, e Marta, oltre a essere entrata nella compagine sociale dell’azienda, è oggi titolare fissa del team che giorno dopo giorno porta avanti l’azienda. “La mia giornata tipo? Prima delle 8 in azienda, giro di controllo e poi in ufficio, a consultare il software gestionale per guardare le liste di attenzione. Una volta organizzato il lavoro giornaliero, procedo verificando i casi segnalati e con la routine di stalla, tra cui fecondazioni e cure infermieristiche in genere. Senza trascurare le attenzioni alla rimonta e al confronto con la manodopera; nel pomeriggio, riesco a dedicare tempo all’amministrazione, alla registrazione degli eventi di stalla e all’inserimento dei farmaci sulla piattaforma Vetinfo. È un lavoro impegnativo ma di soddisfazione, sicuramente molto diverso dal mio precedente impiego. Lavorando negli allevamenti ci sono infinite variabili: il clima, la salute, l’alimentazione e ogni giorno è diverso dall’altro, e poi per qualsiasi dubbio mio fratello Luca è un riferimento. E mentre in stalla ci si concentra sulla prevenzione, sull’igiene, sui protocolli, sulla produzione, in ufficio si ragiona sui dati, sul lavoro quotidiano e sui progetti a medio/lungo periodo”.

 

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Chiara Chizzoni

 

Amore a prima vista

Altrettanto soddisfatta è Chiara Chizzoni, anche se nel suo caso la vocazione per la vita di stalla è di antica data: “in allevamento ci sono nata – sottolinea non appena entriamo nell’ufficio aziendale dirimpetto alla grande rotatoria dove vengono munte le frisone di casa – e subito dopo il liceo pensavo che avrei fatto la buiatra, ma poi mi sono iscritta a Parma, alla triennale in Scienze zootecniche, ed eccomi qui. Sì, perché durante gli studi ogni week end era buono per venire in stalla, e poi, con il lockdown del 2020, ho cominciato a venirci tutti i giorni e alla fine ho deciso definitivamente di fermarmi a lavorare qui”.

Non a caso papà Roberto amplia mandria e capannoni, e inserisce Chiara e suo fratello Davide nella società titolare dell’azienda. “Attualmente – prosegue Chiara – mi occupo in primis della salute della mandria, seguendo il gruppo del post-parto, la vitellaia, l’infermeria, i protocolli di sincronizzazione e l’inserimento dati in Vetinfo, ma in fin dei conti faccio da jolly, e sia in stalla che in campagna. Le mie giornate iniziano in ufficio, con mio padre e mio fratello, poi si spostano in stalla e infine vado nell’altro allevamento dove teniamo la rimonta, per verificare che vada tutto bene. Poi magari torno in ufficio per l’inserimento dei dati tecnici e dei dati contabili nel programma di gestione amministrativa, di cui però si occupa mia madre Cristina”.

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Chiara con il veterinario Cristiano Barisani, insieme a papà Roberto (a destra) e al fratello Davide

 

I risultati arrivano

Nella “stanza dei bottoni” dell’azienda Canili non manca dunque l’elemento femminile. “Quando mi chiedono se allevare è un mestiere da donna – osserva ancora Chiara – rispondo di si, certamente. Trovo anzi che noi donne abbiamo in genere più grinta, forse per dimostrare di essere all’altezza”. “Rispetto a noi maschietti – interviene col sorriso sulle labbra papà Roberto – le donne sono più sistematiche, e a furia di martellare, si sa, i risultati vengono. Poi con gli animali si muovono bene, hanno un approccio più delicato e tranquillo”.

E per quanto riguarda il lavoro svolto dalla figlia Chiara, il vicepresidente di Aral esprime tutta la sua soddisfazione: “niente da dire, al computer ci sa fare, come del resto suo fratello. Ma anche con le vacche e con i vitelli non se la cava affatto male”. Qui Bozzolo, giovani allevatrici crescono.