Da un piccolo chicco di mais, grandi risultati

Sergio Sciolla e Mirella Cogno con i loro figli: Loris di 18 anni, Luca di 14 e Davide di 9

Gestione mandria

Da un piccolo chicco di mais, grandi risultati

Sergio Sciolla e Mirella Cogno sono stati tra i primi allevatori a ingrassare i “mangiarin” e i vitelloni di razza Piemontese con elevate percentuali di amido

In epoca di caro-energia e di caro-materie prime, è liberatorio scoprire che non tutti gli allevatori italiani sono le vittime sacrificali di un mercato impazzito. È il caso, ad esempio, di Sergio Sciolla e consorte, Mirella Cogno, che nel presentarci i numeri della loro azienda agro-zootecnica, indirizzata alla produzione di carne e immersa tra i vigneti e i noccioleti delle alture intorno a Clavesana (Cn), chiariscono subito: “il mais da granella di nostra produzione ci basta per almeno 10 mesi all’anno. E così resistiamo a questi tempi duri”.


Poi scopri che il successo tecnico ed economico di questa bella realtà a gestione familiare, in cui sono allevati a ciclo chiuso più di 300 capi di razza Piemontese e in cui il ricambio generazionale non sarà un problema, vista la nutrita presenza in stalla di forze giovani e maschie, è in fondo il frutto di tanti piccoli chicchi di mais. “Sono figlio d’arte – premette Sergio – visto che, come tanti altri agricoltori di questa parte della Langa, mio padre Giovanni con la mamma Anna allevavano il bestiame e coltivavano la vigna. Con questa azienda sono partito nel ’93, dopo il congedo dal servizio militare: in quell’anno, infatti ho provveduto a far costruire il primo capannone per allevare 4-5 fattrici e per tirare su i vitelli svezzati che acquistavo da altri allevatori. Qualche anno più tardi è sopraggiunta l’emergenza mucca pazza, il mercato della carne rossa è cambiato e a quel punto ho deciso di avviare alla carriera riproduttiva qualche vitella che altrimenti avrei destinato all’ingrasso.”

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Uno dei box di finissaggio delle femmine

 

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“I buoi? Li produciamo per passione, sia mia che di mia moglie”

 

Crescita progressiva


Ecco, allora, che la mandria si allarga, spunta un secondo capannone (2002) e poi un terzo (2014). Nel frattempo Sergio e Mirella, pure lei figlia di allevatori della zona, convolano a giuste nozze e anche loro si mettono ad allargare la tribù: dopo Loris (18 anni) e Luca (14), il team familiare si completa infatti con Davide (9). “Siamo cresciuti progressivamente sia in stalla che in campagna – osserva Sergio – tanto è vero che oltre ai 3 ettari di vigna che coltiviamo qui in collina, intorno alla stalla disponiamo di una ottantina di ettari di terreno pianeggiante e irriguo, che ci servono per i prati, per il mais e per le altre colture come orzo e sorgo, che non vengono divorati dai cinghiali”.Rifrattox.jpg

Quando le vacche partoriscono, i figli corrono in stalla ad occuparsi dei vitelli. “Qui da noi – sottolinea Luca – non è infrequente trovare dei colostri da 28, 29 fino a 30 gradi Brix”

 

Ma dal punto di vista del management alimentare, la svolta avviene 6 anni fa, quando l’agente Purina® Luca Gagliardo riesce a indurre i coniugi Sciolla a passare al nuovo metodi di ingrasso messo a punto dalla ricerca Cargill®: “Sergio e Mirella – ci spiega infatti Sergio Ricci di Purina® – sono stati tra i primi allevatori in provincia di Cuneo a scegliere l’evoluzione del nostro sistema Total Corn, ovvero ad alimentare fin da giovani i vitelli con elevate percentuali di amido. Per la fase di crescita, infatti, la razione è grossomodo costituita da un 60% di mais, tra granella intera (20%) e macinata (40%), e da un 40% del nostro nucleo Beef Active 260 N. Per la fase di ingrasso, invece, si passa a un 70% di cereali, tra mais macinato (50%), mais intero (10%) e orzo macinato (10%), completato ancora una volta da Beef Active 260 N che, vorrei ricordarlo, è un nucleo non grassato”.
“Con questa dieta – ci fanno notare Sergio e Mirella – i muscoli dei nostri animali vengono precocemente  infiltrati di grasso e i maschi interi, che rappresentano il grosso della nostra produzione, raggiungono la piena maturità commerciale intorno ai 14-16 mesi di età”.

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Fin da giovani, i vitelli vengono alimentati con elevate percentuali di amido di modo che i loro muscoli vengano precocemente infiltrati di grasso

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Ben protetti dalla nascita


Altrettanto semplice e produttiva è l’alimentazione delle fattrici (al momento un centinaio di capi): “in questo caso – riferiscono i coniugi Sciolla – offriamo un unifeed costituito da fieni, trinciati di orzo e sorgo e da un chilo capo giorno di mangime di nostra produzione, contenente un etto di VN Balancer . “Si tratta di un  integratore Purina® – spiega Luca Gagliardo – appositamente formulato per preparare le vacche al parto e che viene appositamente arricchito di oligoelementi chelati, vitamina E e selenio, a sostegno della performance riproduttiva e del sistema immunitario. In questo modo anche il colostro prodotto dalle fattrici risulterà più ricco di immunoglobuline, e il vitello lattante potrà crescere forte e sano”.

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Le fattrici vengono alimentate a fieno e insilati, e con un mix aziendale integrato con VN Balancer by Purina®

 

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Mirella Cogno e Sergio Sciolla con Sergio Ricci e Luca Gagliardo del team Purina®

 

Tutto vero – interviene l’altro Luca Sciolla, il mediano dei tre fratelli – spesso sono io a controllare con il refrattometro il colostro delle nostre fattrici, e non è difficile trovarne al di sopra dei 28, 29 fino a 30 gradi Brix”. “Una volta – ricorda papà Sergio – abbiamo sospeso l’impiego di VN BALANCER perché pensavamo che l’alimentazione estiva a erbe potesse funzionare ugualmente. Poi in autunno la mortalità è aumentata e siamo tornati sui nostri passi”.

E da un buon vitello svezzato, crescere un buon vitellone può essere un gioco ragazzi: il sistema Purina® insegna.

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