R4D, la resilienza si impara a Cremona

Al centro: Maria Cecilia Cervi Ciboldi con alcuni partecipanti del progetto Resilience for Dairy (R4D)

Gestione mandria

R4D, la resilienza si impara a Cremona

Tappa italiana per i partecipanti al progetto europeo Resilience for Dairy (R4D), che si sono incontrati a Cremona per studiare la realtà zootecnica italiana

Il viaggio di Resilience for Dairy (R4D), il progetto europeo che mira alla sostenibilità economica e ambientale del settore lattiero-caseario e di cui il Crpa di Reggio Emilia rappresenta il Coordinatore per l’Italia, continua facendo tappa in provincia di Cremona, a Sesto ed Uniti. Più di trenta i ricercatori e gli allevatori in visita, prvenienti da diversi paesi dell’Unione Europea, pronti a confrontarsi sulle migliori soluzioni per rendere più efficiente l’allevamento da latte. 
Se gli obiettivi sono quelli di individuare soluzioni utili al miglioramento del settore e creare una rete di allevamenti da latte resilienti e sostenibili, la scelta di visitare l’Azienda Agricola Luignano non poteva essere più appropriata. Maria Cecilia Cervi Ciboldi e suo marito Giovanni Giusti per l’occasione hanno infatti aperto le porte del loro allevamento: una realtà produttiva da circa 400 bovine in lattazione progettata all’insegna dell’innovazione e dell’autosufficienza.

 

Verso l’innovazione


La nuova stalla è ancora circondata dalle strutture della tipica cascina lombarda, segno inconfutabile di una tradizione, quella di allevare, che qui si è tramandata negli anni, visto che Maria Cecilia è la sesta generazione di allevatori. Il tutto senza mai perdere di vista il continuo rinnovamento: “Abbiamo deciso di affidarci all’automazione - racconta Maria Cecilia - per ottenere quella precisione che solo le moderne tecnologie possono garantire, ma anche per svincolarci dagli orari fissi imposti dalla gestione degli animali, nell’ottica di una maggiore ottimizzazione del nostro tempo”. Ed ecco che entrando in stalla vediamo il robot spingiforaggio in azione accanto alle vacche in lattazione, ma spostando lo sguardo verso l’ampia zona dedicata alla stabulazione dei vitelli è l’allattatrice automatica a catturare l’attenzione. “Siamo ancora nella fase di addestramento, - continua Maria Cecilia - ma l’obiettivo è quello di velocizzare le operazioni, garantendo al tempo stesso la massima efficienza nella gestione dell’alimentazione. Ai vitelli infatti viene somministrato l’alimento più volte al giorno, rispettando la fisiologia e l’etologia degli animali e assicurando un’ottimale curva di accrescimento”.

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L’allattatrice consente di alimentare i vitelli in modo automatico. Il latte viene erogato in condizioni di temperatura costante e con elevati livelli di igiene, favorendo l’accrescimento ideale dell’animale e la sua salute

 

Struttura ventilata e illuminata


Perché per i titolari dell’Azienda Agricola Luignano il benessere degli animali allevati è un aspetto che non può essere trascurato. La stalla di nuova costruzione infatti è stata progettata con un orientamento di tipo est-ovest, che limita il surriscaldamento del ricovero e favorisce la ventilazione naturale, oltre a quella artificiale, garantita grazie alle tre file di ventilatori di cui la stalla, tra l’altro isolata termicamente grazie all’impiego di pannelli sandwich, è dotata. Senza parlare del sistema di illuminazione a led che assicura una luminosità ottimale del ricovero sia di notte che di giorno. “Essere resilienti e sostenibili - interviene Giovanni - significa anche garantire le migliori condizioni di stabulazione agli animali, e al tempo stesso riuscire a gestire le spese che gravitano attorno alle realtà aziendali zootecniche”.

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Quando la rimonta supera il numero prestabilito viene utilizzato il seme da carne: “vendiamo i vitelli quando raggiungono i 6 quintali - spiega Giovanni - e riusciamo a ottenere così un buon rientro economico”

 

Produzione autonoma


Ecco perché tra i punti di forza dell’azienda di proprietà di Maria Cecilia e Giovanni c’è l’ottimo grado di autoapprovvigionamento delle materie prime destinate all’alimentazione delle bovine. “Produciamo la maggior parte dei foraggi in azienda -specifica Maria Cecilia - in modo da poterne controllare direttamente la quantità, ma anche la qualità. Il fatto di non dipendere dal mercato poi è stato fondamentale soprattutto in questi ultimi tempi in cui i costi hanno subito un sostanziale incremento”. E i prossimi obiettivi nel mirino dei due allevatori non si discostano dalla prospettiva di un incremento della produzione autonoma e di una sostenibilità che sia non solo economica, ma anche ambientale: “Stiamo progettando - conclude Giovanni - un impianto fotovoltaico e uno per il trattamento dei liquami, oltre alla costruzione di una struttura nuova adibita alla rimonta”.

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Allevatori e ricercatori riuniti per un momento di confronto sulla giornata trascorsa presso l’allevamento di Cremona. Moltissimi i paesi di provenienza dei partecipanti: Spagna, Lussemburgo, Irlanda, Danimarca, Finlandia, Belgio, Olanda, Ungheria, Lituania, Polonia e Francia

 

R4D: resilienti e pronti a nuove sfide


Dopo una prima fase di training sulla produzione di video pillole finalizzate alla divulgazione di informazioni utili tra gli addetti al settore e dopo la visita presso l’Azienda Agricola Luignano, i partecipanti si sono riuniti per discutere della giornata. Il confronto fra tecnici ed allevatori è infatti uno dei punti nodali del progetto Resilience for Dairy (R4D), cercando in questo modo di trovare insieme le migliori soluzioni finalizzate all’incremento socio-economico e allo sviluppo sostenibile del settore zootecnico, raggiungendo una buona produttività, ma con un occhio di riguardo alla necessità di migliorare nel contempo la qualità della vita degli allevatori. Per i delegati presenti a Cremona una filiera a denominazione di origine come quella del Grana Padano è certamente una strada interessante per valorizzare il latte, ma dall’incontro sono emersi anche altri aspetti: “Bisogna continuare a lavorare su sostenibilità ambientale - conclude uno degli ospiti in visita - per essere meno vulnerabili a livello europeo. Sono infatti sempre più stringenti le normative che tengono conto dell’impronta di carbonio proveniente dagli allevamenti da carne e da latte e nel medio periodo sarà impossibile non tenere conto di questi aspetti”. 

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Resilience for Dairy (R4D) ha ricevuto il finanziamento dell’Unione Europea N° 101000770 nell’ambito del programma di ricerca e innovazione Horizon 2020

 
Approfondimenti


Per ogni informazione sul progetto Resilience 4 Dairy l’indirizzo è www.resilience4dairy.eu o è possibile contattare il Crpa, coordinatore delle iniziative in Italia all’indirizzo www.crpa.it