Primipare e pluripare, due pianeti diversi

Gestione mandria

Primipare e pluripare, due pianeti diversi

Si tratta di animali fisiologicamente ed etologicamente distanti, e sarebbe quindi opportuno assicurare ai due gruppi ambienti, alimentazione e cure “su misura”

 

Ogni vitello prodotto rappresenta una grande opportunità per l’azienda, che potrà ottenere, in caso di sesso femminile, una nuova lattifera. Chiaramente c’è un percorso da intraprendere, il quale porterà il giovane animale a diventare una nuova manza, la quale una volta pronta verrà  fecondata per poi divenire, una volta terminata la gravidanza, una nuova lattifera. Tuttavia la giovane lattifera continuerà la propria crescita ancora per molti mesi, acquisendo massa corporea e muscolare.

Quindi se un animale a 24-25 mesi può avere già prodotto un nuovo vitello e cominciare a ripagare il proprio investimento attraverso la produzione di latte, non è detto che l’animale sia pronto al 100%. Per esempio, uno studio (Whates et al., 2007) ha evidenziato come le bovine primipare reagiscano in modo differente rispetto alle bovine pluripare quando si tratta di adattare il proprio metabolismo durante la fase di transizione.

 

Indirizzi diversi

Le primipare presentano livelli maggiori di IGF-1 (ormone relativo all’accrescimento) ed inferiori di betaidrossibutirrato (sostanza presente nel sangue e indice di carenza energetica), livelli di leptina (ormone che controlla l’appetito e prodotto dalla mobilizzazione dei grassi) più elevati e un picco dei NEFA (acidi grassi non esterificati) più precoce. Questo assetto metabolico è associato ad una minore produzione di latte nelle primipare.

Al contrario, nelle bovine pluripare l’insulina è correlata negativamente con la produzione, mentre i livelli di betaidrossibutirrato in modo negativo con la produzione e la condizione corporea. Tali rilievi vengono a testimoniare come esistano delle differenze nel controllo della mobilizzazione dei grassi corporei tra bovine di primo parto e di ordine superiore, i quali favoriscono la ripartizione dei nutrienti verso l’accrescimento e la produzione nelle giovani lattifere, mentre nelle multipare questi sono indirizzati solo alla produzione di latte. È esperienza personale di chi scrive e non solo, che esista un fabbisogno in aminoacidi differente tra animali di diversa età.

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È sempre bene riservare alle manze un gruppo specifico per poterle assecondare nei fabbisogni e permettere loro di completare in modo organico il processo di crescita e maturazione

 

Apporto di lisina

Un aumento della lisina disponibile a livello intestinale, ottenuto con aminoacidi by pass o con soia by pass, favorisce la produzione di latte e talvolta l’ingestione.
Gli effetti sono tuttavia quantitativamente diversi tra le due categorie di soggetti (primipare o pluripare), con aumenti più marcati nei giovani animali. Questo testimonia i maggiori fabbisogni delle primipare per tale aminoacido che è il primo limitante per la crescita muscolare e corporea. Se tale aminoacido è indirizzato all’accrescimento, nel momento nel quale ve ne sia una carenza il potenziale genetico non può esprimersi a pieno e la giovane lattifera lo indirizzerà verso la crescita muscolare.
Qualora i fabbisogni siano maggiormente coperti, la primipara avrà quantità necessarie per coprire sia i fabbisogni di accrescimento che di produzione spiccando in tal modo aumenti maggiori. 

 

L’esperienza conta

Esistono anche molte altre differenze tra le due categorie di animali e tra le loro capacità di adattarsi agli stimoli esterni. Oltre agli aspetti fisiologici e metabolici anche l’etologia dei soggetti è diversa. Queste differenze si esplicitano in modo più palese nei momenti di maggiore stress come per esempio la transizione o i raggruppamenti. Una recente ricerca condotta dall’Istituto Roslin di Edinburgo unitamente alla Facoltà di Medicina Veterinaria estone di Tartu (Soonberg et al., 2020) ha studiato l’interazione tra animali di primo parto e animali pluripari durante il raggruppamento.

Le bovine sono animali sociali ma nel contempo fortemente gerarchici, e ogni qualvolta vi siano dei rimaneggiamenti dei gruppi, gli animali possono manifestare atteggiamenti aggressivi per ristabilire le relazioni di dominanza. Formare nuovi gruppi di animali è una pratica alquanto comune nelle aziende, soprattutto quelle di grandi dimensioni, basti pensare per esempio a gestioni che prevedano parti durante tutto l’anno, situazione nella quale gli animali si sposteranno da un gruppo a un altro seguendo l’evolversi del loro stato fisiologico.

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Indipendentemente dalla tipologia di stabulazione adottata in asciutta, le pluripare si dimostrano più dominanti e intraprendenti rispetto alle primipare


I giovani animali sono più sensibili a tali spostamenti che prevedono nuove interazioni sociali, mentre gli animali pluripari dotati di maggiore massa corporea e che hanno già subito l’esperienza del raggruppamento, si dimostreranno dominanti. Recenti studi (Raussi et al., 2005) mostrano come sia proprio l’esperienza il fattore più importante poichè le primipare che abbiano già subito dei raggruppamenti quando erano vitelli o nella fase di manza, tenderanno a combattere meno e a stabilire più velocemente un equilibrio nel gruppo. Questo elemento potrebbe spingere a rivalutare anche il management dei giovani vitelli allo scopo di creare interazioni sociali precoci e con queste una maggiore resilienza delle future primipare.

Tra i vari raggruppamenti merita particolare attenzione lo spostamento delle manze gravide nel gruppo delle asciutte poiché le bovine future primipare si adatteranno al nuovo gruppo in modo differente rispetto agli animali più vecchi. I ricercatori scozzesi ed estoni hanno misurato il diverso adattamento delle nuove lattifere paragonandolo a quello delle pluripare ed hanno utilizzato a tale scopo sia riprese video che sensori installati sugli arti delle bovine per misurarne l’attività giornaliera. Il numero dei passi ed il numero dei coricamenti è risultato maggiore nelle primipare rispetto agli animali pluripari. Inoltre, indipendentemente dalla tipologia di stabulazione adottata (cuccette o lettiera permanente) gli animali più anziani si sono dimostrati più aggressivi. Questo testimonia come la maggiore esperienza degli animali più vecchi renda questi soggetti più dominanti e intraprendenti rispetto alle primipare, che dimostrano un atteggiamento più attendista, paziente e sottomesso.

 

Un rumine fragile

Quando si parla di ruminanti subito si pensa al rumine e anche in questo organo esistono delle differenze tra animali di primo parto e di ordine successivo. Secondo recenti studi (Stauder et al., 2020), il rumine delle primipare sembrerebbe essere meno maturo sia da un punto di vista anatomico che per la tipologia di microflora che lo abita. Ad inizio lattazione, i fabbisogni delle bovine aumentano per sostenere (sia da un punto di vista energetico che di nutrienti) l’elevata produzione di latte.

Da un punto di vista nutrizionale, la strategia è quella di aumentare la quantità di concentrati in razione in modo da supportare le esigenze degli animali e contenere le perdite di condizione corporea. L’aumento dei concentrati avviene tuttavia a scapito dei foraggi essendo il volume del rumine limitato, e questo predispone gli animali al rischio di acidosi sub-acuta (SARA). Tale condizione è causata dalla maggiore produzione di acidi grassi volatili, dalla diminuzione della produzione di saliva, dalla mancanza di adattamento da parte della parete ruminale e dall’inadeguatezza della microflora ruminale. Alcuni studi hanno dimostrato come le primipare siano maggiormente sottoposte a SARA a causa di una maggiore tendenza a selezionare le parti fini della razione e poiché il loro rumine non è pronto a ricevere la grande mole di concentrati. Quando la dieta si arricchisce in carboidrati, le primipare spendono più tempo a mangiare e a ruminare e vanno alla ricerca di particelle più lunghe in mangiatoia. Nonostante ciò, le primipare mostrano un tempo maggiore in cui il pH ruminale scende sotto il valore di 5,8 e presentano un indice rischio SARA maggiore. Anche i loro fegati si presentano maggiormente infiammati.

Tutti questi reperti suggeriscono come le primipare non siano solo animali adulti ma ancora giovani, quanto piuttosto animali “diversi”, con fabbisogni differenti, sistemi di adattamento specifici, etologia in divenire e che quindi necessitino di strategie nutrizionali e gestionali specifiche. Quando possibile, pertanto, è meglio riservare loro un gruppo specifico per poterle assecondare nei loro fabbisogni e permettere loro di completare in modo organico il loro processo di crescita e maturazione.

 

di Andrea Roberti