Pronti al decollo

Pierluigi Scrocchi con la moglie Monica e con i figli Matteo e Chiara

Gestione mandria

Pronti al decollo

L'allevamento di Pierluigi Scrocchi è in continua crescita non solo sotto il profilo del numero di bovine, ma anche per prestazioni e livello genetico

 

“In sé, i numeri raggiunti da un’azienda non dicono molto, perché tutto dipende da dove si è partiti”. Questa sacrosanta osservazione, rivoltami alcune settimane fa da un allevatore lombardo, mi è immediatamente rimbalzata alla memoria nel corso della visita alla Scrocchi S.S. di Borgonovo Val Tidone (Pc), una realtà agro-zootecnica oggi decisamente robusta in virtù dei suoi 800 ettari di terreno e delle sue 600 e passa Frisone in mungitura, attualmente attestate su buone prestazioni produttive (100 quintali per vacca al 4,05% di grasso e al 3,38% di proteina) e, soprattutto, riproduttive (P.R. medio annuale 30%).

“Fu mio padre Ettore, nel 1974 – sottolinea con orgoglio il titolare, Pierluigi Scrocchi – a dare vita a quest’azienda, partendo con 27 ettari di campagna presi in affitto. Di lì in avanti ci siamo progressivamente ingranditi, perchè non appena c’erano le condizioni e spesso a costo di grandi sacrifici, mio padre procedeva all’acquisto di nuovi terreni. Successivamente, nel 1978, fu la volta della stalla, in cui per un certo periodo abbiamo allevato in stabulazione fissa 48 vacche, sempre di razza Holstein. Nel frattempo noi figli crescevamo – oltre al sottoscritto c’è mio fratello Paolo, oggi anch'egli agricoltore, e mia sorella Pinuccia – e di conseguenza anche l’azienda di famiglia ha continuato ad  estendersi, tanto che nel 1989 è stato edificato un secondo capannone per l’allevamento in stabulazione libera di 200 vacche, e nel 1996 si sono aggiunti altri 100 ettari di terra. Poi, nel 2001, dopo che mio padre ci ha lasciati, ho provveduto alla costruzione di altri capannoni e anche la mandria di lattifere si è via via ampliata, con l’obiettivo finale di arrivare alle 1.400 vacche. Bersaglio che spero di centrare tra qualche anno”.

 

GPFT alla riscossa


Elementi fondamentali di tutto questo processo di crescita non soltanto aziendale, ma anche umana e imprenditoriale, sono stati l’educazione e il supporto psicologico ricevuto dalla famiglia: “mio padre – osserva infatti Pierluigi – ha sempre approvato e sostenuto gli investimenti realizzati per irrobustire e dare valore all’azienda. Così come oggi, nelle decisioni che contano e nel lavoro quotidiano, sono sempre affiancato da mia moglie Monica”.

Ma il termine “crescita” ritorna prepotentemente alla ribalta quando il nostro discorso verte sulla genetica delle Frisone di casa. Lasciamo parlare i numeri dell’Anafibj: se nel 2017 l’indice medio latte delle vacche era di 58 kg e il loro gPFT medio di 700, adesso siamo rispettivamente su 388 kg e a quota 2.796, dunque al di sopra della media della provincia di Piacenza. Non solo: alle valutazioni morfologiche l’attuale punteggio medio delle bovine è di 81 virgola 2, in linea con la media provinciale ma al di sopra di quella nazionale (attestata poco sopra agli 80 punti). Le manze? Partite nel 2017 da un gPFT medio di 3.220, oggi sono arrivate a 3.611, cifra che proietta l’azienda nella top ten nazionale.

Non solo, basta dare un’occhiata ai numeri dei tori utilizzati negli ultimi 6 mesi per capire che Pierluigi Scrocchi continua a credere e a investire nella genetica: 1.440 kg di indice latte, 4.186 di gPFT e 1006 di IES sono valori al di sopra delle già ottime medie provinciali. Senza infine dimenticare che ormai da anni i riproduttori utilizzati in azienda sono tutti A2 A2 per la beta caseina, nell’eventualità che questo diventi un pre-requisito per restare sul mercato. “Con i miei fornitori – ci fa notare Pierluigi – tendo a stabilire un rapporto personale di stima e fiducia. Per questo motivo Primo Betti e Francesco Zetti di Alta qui da me hanno mano libera. Lo stesso vale in materia di alimentazione della mandria per i miei consulenti di Terrepadane, e lo stesso rapporto c’è infine anche con lo staff di Granlatte, a cui conferisco il prodotto”.

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Pierluigi Scrocchi (al centro) con i suoi consulenti di fiducia in materia genetica: Primo Betti (a sinistra) e Francesco Zetti (a destra)

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Scrocchi SS: crescita del GPFT medio (fonte: Alta Italia). Si noti l’impatto delle primipare (in blu), che a differenza delle generazioni precedenti sono tutte figlie di tori genomici. In rosso sono indicate le manze che entreranno in produzione, e che hanno un valore di GPFT più alto delle primipare

 

Benessere in primis


C’è poi da sottolineare come lo staff aziendale, e in particolare il veterinario Diego Olivo e il capostalla indiano Pal (“le mie colonne portanti, anche se sono validamente supportati da tutti i miei collaboratori” afferma Pierluigi) facciano di tutto affinchè gli investimenti in materiale seminale vadano a buon fine.

“Il PR medio aziendale? Oggi è del 30% – ci informa il dottor Olivo – e questo sicuramente grazie sia alla genetica delle bovine, che all’impiego degli attivometri a collare e dei protocolli di sincronizzazione. Ma non solo: sul fronte della fertilità il maggiore passo avanti è stato compiuto migliorando la gestione dell’asciutta sia dal punto di vista alimentare che dello spazio e del comfort offerti alle bovine. In questo modo l’incidenza delle patologie del post-parto è crollata, per cui gli animali non hanno più problemi ad andare in calore e ad affrontare nuove gravidanze”.

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Il capostalla indiano Pal, qui impegnato con il veterinario nelle diagnosi di gravidanza sulle manze

 

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Il veterinario dipendente dell’azienda, Diego Olivo

E così, in virtù della buona fertilità delle vacche, ma anche delle ottimali qualità del seme – non a caso, nelle scelte aziendali rientrano i tori della linea Concept Plus di Alta – e infine grazie al sistematico uso del seme sessato, la rimonta è abbondante e l’azienda può guardare con ottimismo al traguardo delle 1.400 vacche.

“La mandria si sta ingrandendo – conviene Pierluigi – tanto che finora ho dovuto temporaneamente avvalermi di strutture esterne, ma sotto il profilo strettamente produttivo il potenziale genetico delle mie bovine non si è ancora espresso pienamente: negli ultimi anni la produzione è sì aumentata, ma non come potrebbe. Ecco perché ho in mente una serie di investimenti in direzione ancora una volta del benessere animale, della sostenibilità ambientale e dell’innovazione tecnologica. Su questo fronte, però, il dado è già tratto: ecco, ad esempio, la nuova , da cui attingerò l’acqua per gli interventi di irrigazione estiva”.

Zero sprechi, uso etico delle risorse disponibili e massima efficienza, in stalla e in campagna. Con i figli di Pierluigi e Monica, Matteo (17 anni) e Chiara (14), che mordono già il freno per scendere in campo: alla Scrocchi S.S. il futuro è già segnato.

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Con le 90 gabbiette nuove, che vanno ad aggiungersi alle 30 già presenti, oggi in vitellaia c’è spazio sufficiente e comfort in abbondanza