Porte aperte all'innovazione, ma lontani dalle mode

Da destra a sinistra: Sergio Villosio con i figli Simone e Stefano

Gestione mandria

Porte aperte all'innovazione, ma lontani dalle mode

Cura dei particolari insieme a Tecnozoo e agli altri partner aziendali, senza tuttavia abbandonare i protocolli della tradizione: è questo lo stile con cui Sergio, Simone e Stefano Villosio di Savigliano (Cn) interpretano il proprio mestiere di produttori di latte

 

Una realtà “solida”, produttiva e ben gestita, quella che la famiglia Villosio conduce nelle campagne di Savigliano (Cn), nelle immediate adiacenze del Santuario della Beata Vergine dell’Apparizione. In realtà i santi c’entrano poco, perchè il merito di certi numeri e di certi risultati va tutto a Sergio Villosio, che anno dopo anno, prima insieme ai suoi familiari e poi ai suoi figli, è riuscito a far crescere l’allevamento fondato a metà degli anni ’80. “Prima di allora, insieme a mio papà Giovenale e a mio fratello Riccardo, allevavamo bovini di razza Piemontese, ma quando nel 1985 ci trasferimmo qui, in questa cascina, passammo alle Frisone. Questo perché pensammo che con il maggior flusso di cassa consentito dalla vendita del latte avremmo potuto ingrandirci. E così è stato, un passo alla volta. L’ultima stalla a esser stata costruita risale al 2004, ma poi, nel 2017, abbiamo rifatto la sala di mungitura”.

Nel 2020, purtroppo, la divisione dal fratello Riccardo, che oggi munge per conto suo, “mentre noi siamo rimasti qui”.

unifeed.JPG

La mandria in mungitura (330 capi) viene alimentata per il 70-80% della sostanza secca con i foraggi di produzione aziendale

 

Efficienti in campagna

Le spartizioni tra congiunti sono sempre dolorose, ma Sergio ha di che consolarsi: i suoi figli Simone e Stefano sono cresciuti, hanno studiato (Simone è perito agrario, Stefano veterinario), e oggi mettono a disposizione dell’azienda le loro competenze e le fresche energie; poi ci sono loro, le vacche, che munte 3 volte al giorno e alimentate con intelligenza, marciano a buon ritmo: su 330 bovine in mungitura, la media giornaliera procapite è di 38,5 kg di ottimo latte, destinato a diventare polvere per una famosa industria dolciaria. “Uno dei punti di forza di questa azienda – osserva Eugenio Vincenzi, medico veterinario e alimentarista, che segue la famiglia Villosio da qualche lustro – sta nell’elevato livello di autosufficienza per ciò che riguarda i foraggi e gli altri ingredienti della razione alimentare. Questo a fronte del fatto che il terreno disponibile (76 ha, ndA) non è certamente abbondante rispetto al numero di capi”.

tecnici Tecnozoo.JPG

L'alimentarista Eugenio Vincenzi (a destra) e Luca Barnard di Tecnozoo (in blu) con Simone e Stefano Villosio

Silomais, pastone integrale e granella di mais, e poi fieni di loietto e di medica, e ancora insilato e fieno di frumento: è grazie alla produzione aziendale di questi alimenti che la mandria può essere alimentata a regola d’arte senza generare costi esorbitanti, e producendo qualità in quantità. A tutto vantaggio, dunque, del prezzo corrisposto dalle Latterie Inalpi. “Al prezzo di base – puntualizzano i giovani di casa – viene aggiunto un premio che dipende da alcuni parametri come cellule, carica batterica e urea, ma anche dai punteggi ottenuti in occasione degli audit sul benessere animale, sulla tracciabilità, sulla qualità delle razioni alimentari, che vengono valutate sia sotto il profilo dietetico nutrizionale, sia per ciò che riguarda l’eventuale presenza di micotossine e altri contaminanti”.
Fronte sul quale la famiglia Villosio ha ben poco a che temere, vista l’assiduità con cui il team Tecnozoo segue l’azienda: detto del dottor Vincenzi, che formula le razioni destinate alle diverse categorie di bestiame, ecco Luca Barnard, che si occupa dei prelievi e delle analisi delle materie prime alimentari, e infine i loro colleghi del servizio tecnico, che ogni 2-3 mesi o ai cambi di razione visitano i capannoni aziendali armati dei loro setacci, per valutare feci e unifeed.

far-off.jpg

Le bovine in far off vengono allevate in un grande paddock all'aperto

 

Attenti ai dettagli

Ma è nel corso del nostro immancabile tour in stalla, durante il quale passiamo in rassegna i diversi gruppi di bovine – dal grande paddock all’aperto dove sono stabulate le asciutte in far off e le manze a fine gravidanza (che bei mantelli lucidi!), alla stalla del preparto fino agli ampi ricoveri dove sono allevati i gruppi del post-parto, le primipare e le pluripare in lattazione e infine le vacche a fine corsa – che tocchiamo con mano una delle cifre distintive dell’allevamento della famiglia Villosio: l’alimentazione e il management sono curati nei minimi dettagli, e senza rinunciare all’innovazione tecnico-scientifica, ma i protocolli gestionali sono di tipo tradizionale.

Prendiamo ad esempio l’asciutta: dopo il far off all’aperto con una dieta “moderata” e a base di foraggi poveri di potassio, le bovine in preparto vengono trasferite in una stalla ad hoc, in cui trovano un’abbondante lettiera in paglia, rinnovata di frequente, ampi spazi procapite (15 m2/capo), un’adeguata ventilazione, e una razione più ricca di proteine ed energia (il caro vecchio steaming up…), integrata con particolari sostanze (lieviti ed estratti di pareti cellulari) ad azione immunostimolante contro lo stress da caldo, ma anche con antiossidanti (Selenio organico e vitamina E) e con vitamina PP, al fine di alleviare la lipomobilitazione e proteggere il fegato. “Siamo aperti alle novità suggerite dalla scienza – commentano Simone e Stefano – perché riteniamo sia giusto progredire, ma siamo refrattari alle mode passeggere. Così facendo, del resto, i risultati sono sempre arrivati: gestendo in questo modo l’asciutta, ad esempio, le vacche partono bene, durante il post-parto i problemi sono una rarità e dopo il periodo di attesa volontaria le vacche si ingravidano bene”.

close-up.jpg

Le bovine in close-up dispongono di una stalla dedicata e di un unifeed su misura, integrato con immunostimolanti contro lo stress da caldo, antiossidanti e vitamina PP

 

Obiettivi futuri

Che i figli di Sergio siano due giovani in gamba e dalle idee chiare si evince anche dalla velocità con cui rispondono quando chiediamo loro quali siano i traguardi tecnici che l’azienda ha nel mirino: “prima di tutto – affermano senza esitazioni – vogliamo arrivare alle 400 vacche in mungitura, poi cercheremo di migliorare ulteriormente le performance. Non solo: vogliamo incrementare ulteriormente il nostro grado di autosufficienza alimentare e infine diventare ancora più ecosostenibili sotto il profilo del consumo idrico. I recenti investimenti nell’irrigazione a pivot vanno proprio in questa direzione”. Capito l’antifona? Altro che santi, con due aiuti così papà Sergio può dormire sonni tranquilli.