“Lo spazio in stalla? È il nostro punto di forza”

Nonno Dante Dall’Aglio (89 anni) insieme ai nipoti Alice e Luca e alla figlia Giovanna (prima a destra)

Gestione mandria

“Lo spazio in stalla? È il nostro punto di forza”

Parola di Luca Cantoni, che insieme alla zia Giovanna e alle due cugine Sara e Alice porta avanti l’azienda agricola Cornazzano di Parma. Con risultati tecnico-economici in progressiva escalation

 

“Eh, potrebbe anche andar peggio”, afferma ironicamente nonno Dante quando gli chiediamo come stanno andando le cose in quella che un tempo fu la sua azienda agricola, e che oggi viene guidata dal nipote Luca e dalla figlia Giovanna, a sua volta affiancata dalle figlie Sara e Alice.
In effetti basta pensare che fino a pochi anni fa le vacche di questo allevamento alle porte di Parma erano ancora tenute in stabulazione fissa e che oggi le stesse vacche, trasferite in una stalla decisamente più comoda, dove vivono libere di muoversi, riposare, bere e mangiare, presentano prestazioni produttive e riproduttive di tutto rispetto.

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L’ampia, ariosa e luminosa stalla dove sono allevati i capi adulti. Spazi generosi, cuccette comode, accessi in rastrelliera in eccesso rispetto all’effettivo sono le principali prerogative di questa struttura

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“Fino al 2015 – spiega meglio Luca Cantoni, il 36enne nipote di Dante Dall’Aglio – avevamo 90 vacche in stabulazione fissa, con una media produttiva intorno ai 22 chili giornalieri e prestazioni riproduttive che non saprei nemmeno quantificare, diciamo intorno a un 15% di PR. Oggi quelle stesse vacche, o quanto meno una parte di esse, vivono insieme alla loro progenie e ad altre bovine in stabulazione libera, usufruiscono di ampi spazi e con una mandria di 164 capi in lattazione alimentati a fieno e mangime (fornitoci da Emilcap), mungiamo attualmente 34 chili di latte al giorno. Il P.R.? Oggi siamo sui 27,3-27,4 come media annuale”.
Ed eccoli lì, i due principali punti di forza di questa piccola-media impresa zootecnica ad elevata efficienza del circuito del Parmigiano Reggiano: longevità e benessere animale.

 

Questione di scelte

Sulla longevità non ci soffermeremo più di tanto, diremo solo che al momento della nostra visita, su 164 vacche in mungitura, c'erano 2 vacche di decimo parto e 5 vacche di nono parto, ma che le bovine oltre il quarto parto sono sempre così numerose da costituire un gruppo a se stante, stabulato a parte. E che anche la longevità è il frutto di precise scelte strategiche: “dal 2014 - ci tiene a precisare Luca - collaboriamo con Alta, e per la scelta dei tori adottiamo un indice genetico personalizzato, che enfatizza in modo particolare le produzioni di materia utile e i caratteri di salute, come il PL (longevità) e il DPR (fertilità)”.

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Luca Cantoni (al centro) con i suoi consulenti di Alta Italia, Claudio Rio (a sinistra) e Alberto Rossi

 

Quanto alla tutela del benessere animale, è lo stesso Luca a fornirci qualche elemento di valutazione in più: “Il passaggio alla stabulazione libera – racconta – non fu affatto facile, per un mese la mandria andò in crisi. D’altra parte eravamo nel bel mezzo dell’estate e l’impianto di raffrescamento non era ancora del tutto funzionante, la mandria doveva ancora abituarsi alla pavimentazione e la nuova sala di mungitura era ancora in fase di collaudo. Tutti problemi che poi furono in breve tempo superati”. In effetti oggi il benessere termico è quotidiana realtà in qualsiasi reparto dell’allevamento (“a breve metteremo i ventilatori anche nei box dei vitelli”, sottolinea Luca), e nel confronto dei problemi podali si gioca d’anticipo, fianco a fianco del podologo presente in stalla a cadenza bisettimanale.

Infine la sala di mungitura: si tratta di una moderna spina di pesce da 12+12 poste, sicuramente funzionale dal punto di vista tecnologico e ben gestita dal punto di vista igienico (“in pre e post-mungitura usiamo prodotti per l’igiene e la salute della mammella della nuova linea Baxtef di Alta”), ma che colpisce l’occhio del visitatore per le sue ampie metrature, soprattutto in fossa e all’uscita dalle poste.
“L’abbiamo voluta così, super-spaziosa – dice Luca – un po’ per rendere più agevole il lavoro dei nostri mungitori, un po’ per garantire comunque ampi spazi alle vacche. Cosa che ci è tornata utile in diverse occasioni”. Ad esempio, ci racconta il nostro interlocutore, quando una vacca scivolò nella fossa dei mungitori e fu tirata fuori con una buona dose di ingegno (tramite alcuni bancali fu costruita una sorta di scala…) ma soprattutto senza un graffio.

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Anche in sala di mungitura gli spazi sono sovra-abbondanti, un aspetto che più volte si è rivelato prezioso

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Benessere e fertilità

Ma in questa azienda della pianura emiliana l’ampiezza degli spazi è una prerogativa ubiquitaria, in particolare nella stalla dove vivono gli animali adulti: “gli spazi – sottolinea Luca a questo proposito – sono stati calcolati in abbondanza, ad esempio il numero di posti in rastrelliera è sensibilmente superiore al numero di vacche presenti: siamo sull’ordine dei 100 posti per 80 animali. Si, direi che è proprio questo uno dei nostri principali punti di forza”.
E sarà per la generosità degli accessi alla mangiatoia e all’abbeverata, o per la separazione della mandria in gruppi omogenei per classe di parto (primipare/pluripare/pluripare dal quarto parto in avanti), che limita fortemente le competizioni gerarchiche, è comunque un dato di fatto che le bovine di Luca e famiglia si mostrino estremamente docili e tranquille, e si accostino con fiducia all’essere umano. Anche al giornalista di Allevatori Top, venuto a disturbarle per scattare da vicino qualche fotografia.

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Tenute in un ambiente adeguato, le vacche sono più tranquille e fiduciose anche nei confronti dell’Uomo


Ma in questa come in altre realtà la generosità degli spazi e l’assenza di scontri gerarchici sortiscono effetti positivi anche sulle performance riproduttive. Un elemento che viene a galla quando chiediamo a Luca come abbia fatto a portare il PR sugli ottimi valori di oggi: “nessun segreto e nessun protocollo di sincronizzazione. Con 164 vacche in mungitura dotate di pedometro, ben alimentate e con ampi spazi a disposizione per manifestare i calori, riesco a fare tutto da solo: in stalla ci passo le giornate, per cui vedo le vacche in estro, e nel 93-94% dei casi le fecondo anche prima del periodo di attesa volontario, fissato a 50 giorni dal parto. E grazie al pedometro, riesco a individuare tutte le vacche non andate in calore entro i 70 giorni dal parto, e su quelle posso intervenire a parte. La mia media di oggi? 1,78 inseminazioni per gravidanza”. Nonno Dante sorride, soddisfatto.