La zootecnia del futuro è sostenibile

L’alimentazione di precisione è la strada per aumentare l’efficienza delle mandrie, riducendone l’impatto ambientale

Gestione mandria

La zootecnia del futuro è sostenibile

Con il programma Sustenia, Cargill® è al fianco degli allevatori per una gestione sempre più responsabile delle stalle da latte e da carne

Il clima che cambia, alimentato dall’aumento delle temperature globali e dalle emissioni di gas serra, è diventato una delle questioni che definiscono la nostra epoca. Il cambiamento climatico che incombe sta portando con sé una cascata di conseguenze deleterie per l’agricoltura: solo per citarne qualcuna, caldo e siccità che, insieme, sono motivo di perdite sostanziali in termini di produzione agricola e di terra disponibile per le coltivazioni. Da questo e molti altri fenomeni derivano altrettante sfide per il settore agro-zootecnico. Le proiezioni da qui al 2050 stimano che la domanda di prodotti di origine animale raggiungerà un incremento del 70% dovuto ad una progressiva crescita del potere d’acquisto della popolazione che, a sua volta, raggiungerà i 10 miliardi di individui. Pertanto, la grande sfida del millennio per gli attori el settore zootecnico, si traduce nel produrre sempre di più impiegando meno risorse.

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La protezione delle acque superficiali e il loro uso a fini agricoli è uno dei grandi temi di questi anni

 

Zootecnia e impatto ambientale

ll sistema zootecnico è stato individuato come uno dei maggiori contribuenti al cambiamento climatico: infatti, la principale causa delle emissioni di gas serra è rappresentata dal metano (CH4) emesso principalmente dalle fermentazioni digestive dei ruminanti e dagli effluenti. A questo si aggiunge il protossido di azoto (N2O) derivante dalla gestione delle lettiere e dei liquami, ma anche dai concimi azotati utilizzati nella coltivazione di foraggi e materie prime impiegate nella composizione dei mangimi. Anche l’anidride carbonica (CO2) emessa per beni e servizi inseriti nel ciclo produttivo ha un peso importante nel contribuire alla produzione di gas climalteranti. Secondariamente, un forte contributo all’impatto ambientale della stalla è rappresentato dall’inclusione nella dieta degli animali di materie prime coltivate su aree soggette a deforestazione, come la soia, proveniente dal Sud America. Da ultimo, ma non per importanza, si trova anche il contributo fornito dal consumo delle risorse idriche e dalla produzione di nitrati rilasciati nel suolo per la gestione dell’allevamento.

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La soia deve essere prodotta senza che ciò comporti deforestazione, con buone pratiche agricole e condizioni di lavoro responsabili e rispettose delle comunità locali: solo così potrà essere definita sostenibile

 

Aria di cambiamento

L’Unione europea (Ue) gioca un ruolo fondamentale per accelerare questo processo di transizione da un allevamento convenzionale ad uno più sostenibile, stabilendo linee guida per raggiungere obiettivi sempre più stringenti. La Commissione europea, infatti, ha presentato una proposta di revisione della Direttiva 2010/75 sulle emissioni industriali che riguarderà i grandi allevamenti i pollame, suini e bovini. Gli allevamenti di grandi dimensioni, infatti, se inclusi nella Direttiva, dovranno essere conformi alle condizioni di emissione applicando un sistema di autorizzazione BAT, “Best Available Tecnique”.

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L’agricoltura e la zootecnia sostenibile hanno bisogno a livello globale di input tecnici sempre più elevati per consentire ai nuovi abitanti della terra di aver accesso al cibo

 

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Gli operatori del sistema zootecnico dovranno sempre più fare i conti con gli aspetti legati all’impatto delle loro attività sull’ambiente

 

In base alle nuove regole, ai più grandi allevamenti di bovini, suini e avicoli verrebbero gradualmente applicate le norme vigenti in tema di emissioni degli stabilimenti industriali, ma con un regime di autorizzazione più leggero. La novità per il settore zootecnico sarebbe l’inclusione degli allevamenti intensivi di bovini. In caso di emendamento della Direttiva, le nuove regole e i nuovi controlli sulle strutture verrebbero applicate anche agli allevamenti intensivi con 150 “unità di bovino adulto” (UBA), unità di misura che equivale ad aziende con almeno 150 bovini adulti o 375 vitelli, 500 suini o 300 scrofe e 10 mila galline ovaiole. È da notare che l’attuale normativa si applica solo ad aziende con spazio per più di 40 mila polli, 2.000 maiali o 750 scrofe. Queste nuove direttive hanno lo scopo di raggiungere gli obiettivi della Ue in materia di inquinamento zero, economia circolare e decarbonizzazione entro il 2050, per cui è verosimile pensare che entro il 2030-2034 gli operatori degli allevamenti dovranno sviluppare piani di trasformazione davvero impegnativi per i loro siti.

 

La parola chiave? “Sostenibilità”

Sostenibilità è dunque la parola chiave di una zootecnia che guarda al futuro, volta ad armonizzare l’attività di allevamento e il cambiamento del pianeta. La nuova esigenza è quindi quella di aumentare la sostenibilità nella stalla della vacca da latte e del bovino da carne nel suo complesso, in un contesto in cui l’Unione europea si pone obiettivi sempre più stringenti per ridurre la percentuale di emissioni nei prossimi anni, senza dimenticare che alcuni trasformatori iniziano a vincolare il conferimento di prodotti o pagare premi agli allevatori che siano in grado di dimostrare concretamente il loro impegno ambientale. In un mercato saturo di innovazioni, infatti, distinguersi diventa lo strumento per raggiungere i consumatori che sono sempre più disposti a spendere per prodotti certificati sostenibili, associando il cibo di derivazione animale al concetto di qualità certificata.

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I probabili cambiamenti della normativa europea sulle emissioni renderanno ancora più importante la ricerca nel settore zootecnico ed agricolo per ridurre l’impatto dell’attività zootecnica, preservandone la redditività

 

In tutto questo Cargill® non resta certo a guardare: tra i nostri obiettivi prioritari c’è quello di limitare l’impatto ambientale derivante dalla zootecnia supportando l’allevamento di animali ad alta redditività e la riduzione dell’impronta ambientale della stalla. Un impegno che in Cargill® porta il nome di SUSTENIA, il nuovo programma di Cargill® composto da una serie di soluzioni per ridurre l’impatto ambientale dell’allevamento in termini di efficienza e di emissioni: una risposta poliedrica al tema della sostenibilità di stalla che non guarda esclusivamente al lato della nutrizione, ma anche a diversi altri ambiti della gestione di stalla che contribuiscono ciascuno per la sua parte alle emissioni di gas serra nell’atmosfera.