Selezionare la mandria per la tolleranza al caldo

Gestione mandria

Selezionare la mandria per la tolleranza al caldo

Una delle sfide più difficili per chi alleva la razza Holstein, è la gestione produttiva e riproduttiva delle bovine durante il periodo estivo. Ma oggi ci sono a disposizione nuovi strumenti genetici

L’Italia è uno degli areali più difficili per la zootecnia da latte: le lunghe estati calde e umide mettono seriamente alla prova le prestazioni delle nostre bovine; a questo si unisce il riscaldamento globale che, via via, sta portando ad un innalzamento delle temperature medie. Negli ultimi anni la tecnologia ha fatto passi da gigante per quanto riguarda il raffrescamento delle stalle, ma anche la genetica svolge un ruolo fondamentale nella prevenzione dello stress da caldo. Alcune vacche, infatti, resistono al caldo meglio di altre. Il dato è stato dimostrato, negli anni, da varie pubblicazioni scientifiche.
Il primo Paese al mondo a lavorare sulla selezione per la tolleranza al caldo è stata l’Australia, che dal 2017 pubblica, per le razze Holstein e Jersey, un indice chiamato HTABV (Heat Tolerance Australian Breeding Value). Ma dallo scorso mese di aprile anche l’Italia può fregiarsi di questo merito, poiché l’Anafibj ha messo a punto un indice, l’IHT, che consente di individuare i tori e le vacche geneticamente più resistenti al caldo. Tra le buone notizie, vi è senza dubbio l’elevata ereditabilità dell’IHT, che è del 16%. Essa ci indica quanto la genetica influisca sulle prestazioni finali, e il 16% è senza dubbio un dato molto positivo. Anche l’attendibilità dell’indice è elevata e del tutto simile a quella degli indici produttivi. Elevata ereditabilità unita a buona attendibilità ci dicono che la genetica può fare molto: in poche generazioni le nostre Holstein saranno sempre più resistenti al caldo.

 

Calcolare i vantaggi

Come gli altri indici gestionali, l’indice tolleranza al caldo (IHT) si esprime su base 100 e con deviazione standard di 5; i tori con indice superiore al 100 migliorano la tolleranza al caldo. Possiamo prendere ad esempio un toro con indice 95, e uno con indice 105; il gruppo delle figlie del toro con indice 95 tra inverno ed estate avranno un calo produttivo medio giornaliero di 3,6 kg di latte. Le figlie del toro positivo, con indice 105, avranno invece un calo produttivo tra inverno ed estate di soli 2,7 kg di latte al giorno. Quindi, le figlie del toro positivo produrranno circa 1 kg di latte al giorno in più rispetto alle figlie del toro negativo. Se consideriamo che in molte stalle italiane il THI supera il valore soglia per diversi mesi all’anno, e se moltiplichiamo quel chilo di differenza per tutte le vacche in lattazione presenti in stalla, cominciamo davvero a capire l’impatto che può avere la selezione per la tolleranza al caldo. 

 

Prossimi step

Per ora i vantaggi della selezione per la tolleranza al caldo vengono dunque tradotti soltanto in termini produttivi; il prossimo passo sarà determinare l’impatto della resistenza allo stress termico sui caratteri gestionali, come cellule somatiche e fertilità femminile.
Intermizoo punta, da sempre, ad avere obiettivi di selezione ambiziosi, impostando un programma di selezione ampio nelle linee di sangue e che guardi a una zootecnica da latte in continua evoluzione. L’indice IHT è uno strumento utile che ci consentirà di avere vacche sempre più efficienti e sostenibili sia dal punto di vista economico che ambientale. 

Francesco Veronese - Intermizoo