Peppo e la sua squadra

Giuseppe (Peppo) Quaini nel ring di Cremona durante il recente Dairy Show

Gestione mandria

Peppo e la sua squadra

Una stalla che ha fatto la storia della Frisona: passione per il ring e gestione imprenditoriale dell’allevamento sono il marchio Quaini e Castelverde Holstein

Il bello di chi alleva vacche da latte è che la “leggenda” ha sempre contorni molto reali, perché potrai anche essere uno di coloro che hanno avuto il privilegio di scrivere la storia della Frisona in Italia, ma hai comunque gli stessi problemi dei colleghi meno famosi quando si tratta di far quadrare i bilanci. Peppo Quaini, patrón di Castelverde Holstein, una delle stalle italiane dove la genetica nordamericana ha fatto crescere la selezione italiana, lo sa bene e, nonostante la sua passionaccia per il ring, è anche un imprenditore con le idee chiare, attento a cogliere al volo le opportunità offerte da Impresa 4.0 per rendere ancora più efficiente la sua azienda. Una crescita continua che oggi vede in stalla 400 animali in lattazione, su un totale di 980 capi. La loro particolarità? Genetica al top, produzioni alte (37 litri), ma non siderali e soprattutto una longevità su cui ragionare con attenzione, visto che le bovine mediamente durano 3,3 parti, contro una media nazionale di 2,7.

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Paolo, Marco e Luca Quaini, la squadra vincente di Peppo

 

Puntare alla longevità

“È una questione non solo di gestione - dice Peppo Quaini - ma anche di visione generale. Nel nostro allevamento questo è possibile, anche perché non puntiamo disperatamente a produrre i 40-45 litri, nonostante una genetica che lo permetterebbe, ma preferiamo avere una mandria sana e longeva. Qui si è selezionato principalmente sulle linee femminili con particolare attenzione per le famiglie canadesi e nordamericane, e una delle chiavi di lettura del nostro lavoro di breeder è sempre stata quella di aver lavorato principalmente a tipo, più che ad indice. Una scelta che per qualcuno si discosta forse troppo dalle attuali linee di sviluppo della genetica, ma che abbiamo fatto nostra e nella quale crediamo tuttora”.

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La stalla che ospita gli animali in produzione, una vera “cattedrale”, alta e ventilata

 

Il latte resta ovviamente il primo prodotto di una stalla di Frisone, ma per Peppo e i suoi figli (Paolo, Marco e Luca) la selezione dovrebbe tenere in maggior considerazione quella che il mondo Holstein chiama “dairy strength”, cioè quel mix sapiente di caratteristiche che consentono ad una vacca di dare un vitello all’anno e vivere a lungo.

A casa Quaini la Susy (Castelverde Chief Mark Susy) resta un esempio da seguire e nel giro che abbiamo fatto di recente in stalla fa piacere vedere animali di 7-8 parti in ottime condizioni fisiche. “Ci siamo sempre ispirati – spiega Peppo – al modello canadese e americano, che abbiamo interpretato facendolo diventare una cifra stilistica del nostro modo di essere breeder alla Castelverde Holstein”.

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I collari elettronici sono stati acquistati con Impresa 4.0

 

Spirito corsaiolo

Poi c’è l’anima da ring dei Quaini, con una squadra corse composta da campionesse che si sono piazzate al top delle classifiche anche durante l’ultimo Dairy show di Cremona. Un “dream team” che viene allevato con diete personalizzate preparate tre volte al giorno da Paolo e ospitato in box singoli, ma che sotto il profilo delle produzioni di latte ripaga le attenzioni particolari che vengono loro riservate. 

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Il nuovo carro unifeed ha una ricca dotazione di elettronica ed è totalmente connesso ai gestionali della stalla

 

Il segreto? Massima attenzione ai foraggi, un concentrato formulato ad hoc per le vacche da ring, ma distribuito sempre in quantità normali, una routine costante, ampi spazi e tanta pulizia. Nessuno vuole forzare questi splendidi animali, che devono comunque contribuire al bilancio aziendale. Un esempio? Goldsun Laura, una vacca da ring di nove anni e al sesto parto, sta dando 40 litri di latte al giorno.

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 In meno di 3 ore tutte le vacche in latte vengono munte

 

Scelte imprenditoriali

“Le vacche non possono essere “usa e getta” - commenta Peppo - perché la redditività attuale di una stalla difficilmente riesce a coprire i costi di entrata in produzione di una manza senza che questa abbia davanti a sé anni di carriera. Da noi ci sono diversi soggetti di 10-12 anni in lattazione, a testimonianza che è possibile se tutti lavoriamo in questa direzione”.

I successi in stalla sono anche figli di una gestione “tecnologica” dell’intera azienda, per rendere sempre più efficiente tutto il processo produttivo. E qui i Quaini hanno investito parecchio negli ultimi anni, sfruttando al massimo le opportunità offerte dalla 4.0 sotto il profilo del credito di imposta. “Fra Impresa 4.0 e nuova Sabatini - spiega Peppo - siamo riusciti a recuperare quasi il 60% dell’investimento e questo è uno strumento davvero vantaggioso per un’azienda come la nostra dove l’avere personale dipendente ci consente di poter sfruttare una buona capienza di credito di imposta. Il problema, come abbiamo potuto constatare parlando con colleghi allevatori, è che talvolta le aziende acquistano beni con la 4.0 per poi accorgersi di non avere sufficiente capienza per poter usufruire del credito. Quindi? Prima di investire, parlatene con il commercialista".

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La preparazione della razione per le vacche da ring viene effettuata 3 volte al giorno

 

"Cosa abbiamo acquistato? Un carro unifeed semovente, due trattori, i collari e il sistema di rilevamento calori per le vacche. Senza 4.0 non avremmo avuto la possibilità di fare tutti questi investimenti, ma abbiamo colto l’occasione e lo abbiamo fatto. L’importante è avere la certezza che il bene che si acquista sia effettivamente 4.0 e per avere questa sicurezza occorre investire in una perizia certificata, che ti pone abbastanza al riparo dai problemi di non conformità derivanti da verifiche dell’Agenzia delle entrate. Con la perizia hai il supporto tecnico e formale del professionista che ha attestato la conformità del bene e si è tutti più tranquilli. Sono certamente strumenti utili, ma costosi e per alcuni beni non l’abbiamo nemmeno richiesta. Ma l’aspetto chiave è mettersi in testa che i dati prodotti dall’attrezzatura acquistata con la 4.0 non devono restare “dentro” alla macchina, ma devono entrare nei sistemi gestionali aziendali per rendere più efficiente la stalla. Altrimenti non solo non ha senso, ma ci si espone ai controlli e alle sanzioni qualora si venga trovati non conformi”. 

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Le due anime di Castelverde, le Frisone e i Quarter di cui i Quaini sono storici allevatori

 

Per il resto è la solita routine, stalla, ring, coppe, gagliardetti e una passione inarrestabile che ha pervaso anche Paolo, Marco e Luca, 88 anni in tre, ma con la voglia di tenere alto il nome di Castelverde Holstein. Oggi, come domani.