Il magico potere del coaching

Le sorelle Claudia (a sinistra) e Adriana Busi sono alla guida dell'azienda insieme al cugino Riccardo

Gestione mandria

Il magico potere del coaching

All'indomani del ricambio generazionale, l’allevamento della famiglia Busi di Borgo San Siro (Pv) è diventata una vera e propria impresa, i cui titolari hanno fatto della formazione e della motivazione del personale uno dei punti di forza

La vostra azienda è fatta prima di tutto di persone, non di vacche. E come una squadra sportiva, essa è idealmente formata da un coach (l’allevatore), dai suoi vice (i capi-settore) e dai giocatori (il resto del personale), che devono seguire regole precise (procedure operative) per raggiungere la vittoria (i risultati tecnici voluti)”. Così scrivevamo sul numero di Allevatori Top del mese di marzo 2020, riportando un passaggio dell’intervento dello statunitense Tom Fuhrmann al Cirio Dairy Meeting di Trieste (4-6 febbraio 2020). Quello che all’epoca non sapevamo è che in platea sedevano anche gli attuali titolari dell’azienda “I Tigli” di Borgo San Siro, che di quella lezione sui compiti dell’allevatore “manager e leader della squadra” hanno chiaramente fatto tesoro.

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La sede aziendale si trova all’interno della storica cascina Beccaria, fondata nel 1863

 

“Per me, che da pochi mesi sedevo nella stanza dei bottoni dell’azienda di famiglia – esordisce Adriana Busi, oggi alle redini de “I Tigli” insieme alla sorella Claudia e al cugino Riccardo – quel meeting è stato fondamentale. È lì che ho metabolizzato il fatto che leader è colui che ha la vision del futuro e la sa trasmettere agli altri. Ed è esattamente quello che ho subito cercato di mettere in pratica qui in azienda, e dopo di me, mia sorella e mio cugino mi sono venuti dietro a ruota. Adesso l’azienda siamo noi tre, non più la nostra famiglia”.

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L’allevamento è nelle immediate vicinanze del centro abitato

 

Imprenditori zootecnici

Organizzazione del lavoro, formazione e motivazione del personale, verifica del lavoro e monitoraggio dei risultati aziendali: queste le mansioni che Fuhrmann “assegnava” all’allevatore manager e leader. “Certo – prosegue Adriana – abbiamo fatto il nostro business plan economico e strutturale, e abbiamo iniziato a fare delle vere e proprie riunioni, come è naturale che sia in qualsiasi impresa, ma come è molto difficile che avvenga in un’azienda familiare. Riunioni in cui ciascuno di noi ha il proprio ruolo ben definito, e in cui ciascuno ha non soltanto diritto di parola, ma anche di esprimere una parola decisiva nel proprio ambito di competenza. Un aspetto che in ambito agricolo, soprattutto per una donna, non è affatto scontato”.

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La mandria di frisone viene munta 3 volte al giorno. E in sala si lavora per obiettivi…

 

Riorganizzazione del lavoro con l’individuazione di un responsabile per ogni settore, e costruzione di una squadra di bravi giocatori: sono stati probabilmente questi i grandi meriti della nuova leadership dell’azienda, e in particolare di Adriana: “Aver fatto teatro e aver maturato esperienze in mondi lontani da quello agricolo – sottolinea la diretta interessata – mi hanno aiutato tantissimo a vedermi al vertice di un’impresa, e non più come una che alleva le vacche. Oggi faccio da insegnante e da motivatrice dei nostri dipendenti, e comunico in continuazione con loro. Ricordo che ai tempi di mio padre Gigi e di mio zio Carlo i nostri mungitori non facevano né pre- né post-dipping, perché mio padre non era emotivamente in grado di affrontare i dipendenti e di spiegare loro l’importanza di certe procedure. Oggi investo tantissimo nella formazione del personale, perché voglio circondarmi di persone competenti su cui fare affidamento, e che comunicano tra loro. È anche per questo che abbiamo dato vita a un gruppo interno di whatsapp, in cui ciascuno scrive e comunica agli altri quello che ha fatto in stalla. Certo, qui si parla e si scrive in italiano: ho scelto dipendenti di nazionalità diverse proprio per rendere del tutto vano il ricorso alla propria lingua madre”.

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In vitellaia ciascuno vitello è dotato di una propria “cartella clinica”, in cui la responsabile di reparto annota giorno per giorno le quantità di alimento offerte e le eventuali patologie

 

Sinergia di intelletti

Nella compagine aziendale non mancano però i nostri connazionali: “L’anno scorso, in pieno lockdown, si è presentato qui in azienda Sebastiano, un compaesano che all’epoca era studente alla facoltà di agraria dell’Università di Piacenza, chiedendo se poteva darci una mano in stalla. Lo abbiamo inserito in azienda tramite l’Università, con il progetto scuola-lavoro, ma è stato uno scambio alla pari: lui ha messo in pratica quello che aveva studiato sui libri e a breve, una volta che si sarà laureato, lo assumeremo a tempo indeterminato. Noi abbiamo appreso da lui certe conoscenze teoriche che non avevamo, visto che abbiamo sempre imparato sul campo tutto quello che sappiamo, e questo ci ha dato un’ulteriore spinta ad innovare. Personalmente ritengo sia stata un’esperienza illuminante, che mi ha confermato come nel nostro settore non serva più la forza del badile, ma studio, ricerca e innovazione. Non a caso come titolari dell’azienda “I Tigli” intendiamo creare delle borse di studio, finalizzate proprio a introdurre dei giovani neolaureati negli allevamenti. Perché oggi l’agricoltura non è braccia, ma intelligenza, sapere. E noi come allevatori dobbiamo puntare all’innovazione, che sarà la tradizione di domani, con l’obiettivo di dar vita a una forma di agricoltura sostenibile, ma in grado di sfamare il pianeta”.

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Da sinistra: Riccardo Busi con Claudia, con l’agente di Alta Genetics Valter Baldiraghi e con Adriana

 

Risultati tangibili

A questo punto chiediamo se l’impegno profuso nel creare una squadra di persone competenti e responsabili, in grado di intervenire di propria iniziativa e di aiutarsi vicendevolmente, abbia portato a risultati tangibili. “Eccome – risponde Adriana – a cominciare dalla qualità del latte: oggi le conte cellulari sono costantemente al di sotto delle 190-200mila unità per millilitro, ed è un traguardo che abbiamo tagliato senza erogare premi in denaro: i nostri mungitori sanno bene che nel contratto di assunzione è previsto che il lavoro venga svolto bene, e che il raggiungimento degli obiettivi che periodicamente poniamo loro per iscritto altro non è che la cartina tornasole di un lavoro ben fatto. In più, da quando in azienda viene finalmente applicata una corretta messa a latte, è diminuita la durata della mungitura e sono aumentati i flussi di latte (grafico 1)”.

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Grafico 1 - Performance di mungitura (punti in blu = flusso di latte; punti rossi = durata della mungitura). La parte a sinistra dell’immagine è riferita a un periodo in cui non veniva effettuata la messa a latte corretta; a destra: la tendenza si è invertita, portando alla diminuzione della durata della mungitura e all’aumento del flusso

 

Ma Adriana riporta volentieri altri esempi: ecco il carrista che in piena autonomia si reca in ufficio per inviare al mangimificio l’ordine dell’occorrente, e che è abituato a controllare su un’apposita App dello smartphone le proprie performance lavorative. Oppure ecco il responsabile della vitellaia, una donna di nazionalità indiana che dimostra ogni giorno di aver acquisito non soltanto professionalità e capacità di rapportarsi ai colleghi maschi, ma anche un certo orgoglio professionale: “L’altro giorno – racconta Adriana – mi ha chiesto che età ha l’animale più anziano presente in stalla. E quando le ho detto che abbiamo una vacca di 11 anni, allora sono tutti animali che ho tirato su io, ha dedotto soddisfatta”.

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Da quest’anno anche le stalle più datate sono munite dei dispositivi di raffrescamento, e la produzione media autunnale non è mai andata sotto ai 40 kg al giorno

 

Salute e fertilità

Occorre poi mettere sul piatto della bilancia anche i risultati indiretti, “ad esempio il fatto – continua Adriana – che con una squadra di collaboratori capaci e responsabili, capaci di prendere l’iniziativa e agire in autonomia, io e mia sorella Claudia abbiamo più tempo non soltanto per le nostre famiglie, ma anche per svolgere mansioni di importanza fondamentale, come ad esempio seguire il podologo, che adesso viene qui in azienda ogni 20 giorni per eseguire il pareggio funzionale su una trentina  di animali per volta. Così facendo, ovvero agendo in prevenzione, abbiamo praticamente azzerato i problemi podali. Senza dimenticare che da un anno a questa parte riusciamo ad applicare con costanza il protocollo di sincronizzazione che ci è stato prescritto dal veterinario su suggerimento dei nostri consulenti Alta Italia. Adesso ne apprezziamo i primi risultati: il P.R. va dal 27% in su, la media dei giorni in latte si è accorciata, portandosi sui 160 giorni, e la produzione media non scende mai sotto ai 40 kg per capo”. Tutti dati tratti dal gestionale Dairy Comp, con cui le sorelle Busi, da brave leader, hanno familiarizzato al fine di monitorare i risultati aziendali.

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Il nuovo capannone che ospita le bovine in pre-asciutta, i box parto e parte della rimonta

 

Vedere il futuro

Occorre infine mettere in conto gli effetti a lungo termine dell’attività di formazione e di coaching: “Il fatto di poterci assentare dall’azienda in tutta serenità e di poter andare in vacanza tenendo il cellulare spento – conclude infatti la nostra interlocutrice – ci sta offrendo l’opportunità di ricaricarci mentalmente, di ragionare a mente fredda sulla nostra azienda e di intravederne il futuro. Può sembrare strano, ma quando sei mentalmente riposata, il cielo si sgombra dalle nuvole e vedi finalmente quello che devi fare”.