Che bùn, l’idea vincente della famiglia Porta

Dario e i suoi due figli, Francesca e Simone

Gestione mandria

Che bùn, l’idea vincente della famiglia Porta

Consegne a domicilio in Lombardia, Liguria e Val d’Aosta, qualità della carne a prova di gourmet e un piano alimentare semplice quanto efficace. Le basi di partenza per un ottimo successo

La carne merita sempre il massimo rispetto, ma se è di Piemontese occorre trattarla quasi con reverenza. E basta fare due chiacchiere con Dario Porta, mentre visitiamo il suo l’allevamento di Bastia di Mondovì (Cn) per rendersi conto che sulla qualità qui nessuno è in cerca di scorciatoie, ma si inizia a costruire un prodotto per veri gourmet dal primo giorno di vita del vitello. Per Dario Porta, allevare Piemontese non è un lavoro, ma una missione, necessaria per portare rispetto al territorio, alle tradizioni e alla passione che ha contagiato la sua famiglia da tre generazioni.
“Siamo legati a questa razza a filo doppio - spiega Dario – sia perché fa parte della nostra storia aziendale, sia perché siamo cresciuti con le Piemontesi in stalla e ormai sono entrate nel nostro Dna. Ci piace sempre portare gli animali in alpe, alla Madonna delle Grazie di Acceglio in Valle Maira, ritornando nuovamente margari come un tempo, nel rispetto delle date che sanciscono l’apertura e la chiusura dei pascoli in quota: San Giovanni (24 giugno) e San Michele (29 settembre). Spostiamo là tutte le fattrici con i vitelli, seguendo le stesse orme percorse nei secoli dagli altri allevatori. Mi sono innamorato di quel posto da ragazzo e oggi è ancora una vera festa poter spostare gli animali lassù, anche se è sempre un bell’impegno”.


Tessitura fine, tenera e saporita. In altri termini carne di Piemontese


Idee chiare

Dario guida la stalla di Bastia dal 1996, mentre la prima struttura, poco distante dall’attuale è stata fondata nel 1984. “Siamo nella culla della Piemontese e i macellai che arrivano dalla Liguria e dalla Lombardia quando possono vengono in questa zona a scegliere i capi da acquistare, tenendosi da questa parte del fiume Stura, verso le Langhe, perché si sentono più appagati. Il fatto stesso che la cultura del bue grasso nasca in questa area è forse la massima testimonianza della dedizione alla razza, perché negli anni passati rappresentava per la famiglia contadina un investimento a lungo termine, da preservare e far crescere per anni prima di poter realizzare un bel gruzzolo. È un po’ una malattia, lo ammetto, ma quando entro in stalla a me si apre il cuore ogni volta”. Oggi in allevamento sono presenti 150 fattrici, per un totale fra allevo e manze di circa 500 animali. In media ogni anno vengono venduti 200 capi, che lasciano la stalla ad un peso di 640 kg per i vitelloni, mentre le femmine oscillano molto in base al macellaio che le acquista.
“Abbiamo un cliente ad Inverigo, vicino a Como, che vuole solo femmine molto grasse e pesanti, altri preferiscono animali più leggeri e preparati diversamente. È il bello di vendere un prodotto di alta qualità – dice Dario - perchè dà il meglio di sé in ogni circostanza, purchè si sappia capire cosa ricerca l’acquirente. Una quindicina di anni fa le macellerie avevano sofferto molto a causa della grande distribuzione, oggi noto invece un recupero di questo canale, con negozi capaci di unire ad un assortimento di fascia alta un servizio senza uguali. Per noi è l’esaltazione del nostro lavoro in stalla e sono certo che anche per il consumatore finale il risultato ottenuto sia il massimo”.


I maschi vanno al macello verso i 640 kg
 

Progetto impegnativo

Ma i Porta non riescono a stare fermi e insieme a due cugini, uno allevatore e l’altro macellaio, hanno creato una filiera a marchio “Che Bùn – da lì a là” con cui vendono la propria carne a gruppi di acquisto e consumatori singoli, proponendo loro un pacco con vari tagli, confezionati in busta singola sottovuoto, pronti per essere utilizzati. “È un sistema che funziona – dice Dario - e ci permette di valorizzare al meglio l’animale, offrendo al tempo stesso un ottimo prodotto al consumatore, a prezzi decisamente interessanti per tutti. Con questa formula consegniamo in Liguria, Lombardia e Valle d’Aosta, andando noi a casa del cliente e rafforzando ogni volta il rapporto che si viene a creare, senza dover sgomitare troppo in Piemonte”.


Razione semplice ed efficace

L’idea è vincente – spiega Sergio Ricci, lo specialista Purina® che segue da un paio di anni l’azienda
sotto il profilo nutrizionale – perché “Che Bùn – da lì a là” esce dalla logica del chilometro zero, ma stravolge questo concetto, arrivando addirittura direttamente a domicilio. Resta il contatto diretto con il produttore, ma si aumenta la quota di servizio e soprattutto si raggiungono piazze che altrimenti sarebbero impossibili da presidiare. A noi consulenti per la nutrizione della mandria spetta il compito di comprendere il tipo di carne di cui Porta ha bisogno e di fare in modo che il programma nutrizionale che proponiamo soddisfi gli aspetti qualitativi, ma sia anche sostenibile economicamente.
Un lavoro delicato che però possiamo sviluppare insieme a questi professionisti della Piemontese, cercando sempre la massima semplicità per l’allevatore. Oggi in azienda si usa una razione con 6 kg di pastone integrale, 2 kg di mais macinato grosso, 1.3 kg fra paglia e fieno e 1.5 di nucleo Purina® Beef Active 340N. Semplicità allo stato puro”.
“Per noi - conclude Dario - è essenziale che sia una razione efficace in termini di accrescimento e capace di utilizzare al meglio i prodotti aziendali. La soluzione proposta da Sergio Ricci risponde a queste nostre esigenze e soprattutto valorizza l’ottimo pastone che produciamo, con un positivo effetto sul costo razione”.
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