Batch milking, il futuro della mungitura è già iniziato

Gestione mandria

Batch milking, il futuro della mungitura è già iniziato

DeLaval rivoluziona il concetto di mungitura volontaria e apre le porte a un nuovo modo di utilizzare i robot in nome del benessere animale e della riduzione dei costi

Avete mai sentito parlare di “batch milking”? Probabilmente no. In Italia c’è una sola stalla che utilizza questo nuovo modo di utilizzare la mungitura robotizzata, in Europa ce ne sarà al massimo un’altra e dovreste spostarvi in Nuova Zelanda per trovare aziende che hanno scelto il batch milking, solo che là paradossalmente viene utilizzato per gestire mandrie al pascolo. Ma nelle grandi aziende da latte questo sistema messo a punto da DeLaval è destinato a far scuola perché è una valida alternativa alle giostre o alle sale mungitura “formato XXL”, rivoluzionando il concetto stesso della mungitura volontaria.


Bisignano (Cs): la nuova stalla dei fratelli Aceto con l’area destinata al batch milking

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È l’ora della mungitura. Si aprono i cancelli e le vacche vanno ordinatamente verso l’area dei robot
 

Una bella sfida

Troppo bello per essere vero? Per saperlo siamo andati a Bisignano (Cs) nella nuova azienda che Renato Aceto e suo fratello Franco hanno inaugurato da poche settimane, una stalla modernissima con 240 animali in mungitura e che si va ad aggiungere all’altra stalla storica che oggi conta più di 1.000 vacche in mungitura. Una realtà in costante espansione che nel proprio business plan ha già pianificato nel giro di tre anni un ulteriore ampliamento, affiancando alla nuova struttura una stalla gemella con altri 240 animali in mungitura.
Gli Aceto hanno sempre creduto nella mungitura robotizzata e gli investimenti effettuati in questi ultimi anni sono stati la prova della correttezza della loro visione. Ma sono anche imprenditori che amano le sfide e l’idea di essere una delle primissime stalle in Europa a dotarsi di un impianto di batch milking è stata la ciliegina sulla torta.

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Grazie al batch milking basta un addetto per gestire la mungitura di 240 animali
 

Nuovo approccio

Il concetto è semplice: si prendono 8 modernissimi robot di mungitura DeLaval VMS V300, li si mette uno a fianco all’altro in una stessa zona della stalla, li si dota di una ampia sala di attesa e 3 volte al giorno gli addetti porteranno le 240 vacche a farsi mungere in autonomia. Quasi banale a raccontarlo. “Volevamo allargare l’allevamento – spiega Renato Aceto – costruendo una nuova stalla e utilizzando sempre il robot di mungitura perché in tutti questi anni si è dimostrato un sistema affidabile e sicuro. Le giostre? Ideali per le grandi stalle, ma in caso di malfunzionamento è un incubo. Nel nostro caso anche se uno dei robot è fermo possiamo continuare a mungere con gli altri 7 e non rischiamo mai di bloccare la stalla. Ma è stata la logica del batch milking a fare la differenza - racconta Renato - perché l’accoppiata fra robot e cancelli selettori ci permette oggi la gestione totale della mandria, con un risparmio notevole di personale e con il massimo rispetto del benessere animale. Le vacche non vengono infatti disturbate durante il meritato riposo fra una mungitura e l’altra, restano in cuccetta a ruminare nella massima tranquillità e così fanno più latte”.

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Le vacche in sala di attesa, al fresco dei ventilatori, pronte per entrare in uno degli 8 robot disponibili
 

Il cancello è la chiave

Se negli impianti robotizzati classici viene generalmente prevista un’infermeria ogni 2 robot, da Aceto l’infermeria è unica visto che i cancelli intelligenti guideranno gli animali da separare all’uscita del corridoio che collega gli 8 robot e li indirizzeranno, se richiesto, nella grande infermeria a loro riservata, dove il veterinario potrà effettuare le visite ginecologiche e dove si procederà alle fecondazioni.

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La telecamera elabora una immagine tridimensionale della mammella per un attacco rapido e preciso

“E questa – continua Renato – è una grandissima comodità, perché possiamo separare gli animali 3 volte al giorno, senza che il personale debba entrare fra le vacche che stanno riposando, creando inutile confusione”. Poi c’è il discorso manodopera visto che per spostare le 240 vacche verso la sala di attesa basta una persona sola, nella massima tranquillità e nella massima efficienza, lasciando ai robot il lavoro di mungitura. Lo ammettiamo, quando ci hanno raccontato del batch milking eravamo abbastanza scettici sul fatto che le vacche, una volta entrate in sala di attesa, andassero tutte a farsi mungere e pensavamo che avremmo constato la presenza di molti animali in perenne attesa davanti ai robot.

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Il corridoio posto all’uscita degli 8 robot che riporta le vacche in stalla
 

Le vacche apprezzano

La realtà è stata invece superiore all’immaginazione e, anche se abbiamo visto l’impianto in attività dopo appena 3 giorni dal carico degli animali, tutto ha funzionato perfettamente: le vacche entrano, fanno due chiacchiere mentre attendono il proprio turno, entrano senza intoppi nei robot, vengono munte da un braccio robotizzato dai movimenti fluidi e rapidi, escono dallo stallo, percorrono il corridoio posto in uscita dalle 8 postazioni di mungitura volontaria e, indirizzate dai cancelli, rientrano ognuna nel proprio gruppo di provenienza. “Con questo sistema – spiega Renato Aceto – anche se qualche vacca del primo gruppo è in ritardo posso già fare entrare le successive mescolando gli animali, tanto saranno i cancelli separatori a fare ordine, senza alcun intervento umano”. Preciso, rapido e indolore.
 

Sistema esperto

Fra l’altro il VMS V300 ha un braccio robotizzato e un sistema di individuazione del capezzolo talmente evoluti da non avere bisogno del “teaching” (insegnamento in lingua inglese, n.d.r.); non occorre quindi che l’allevatore istruisca il robot a riconoscere le nuove vacche e la posizione dei loro capezzoli, e questo ha reso estremamente agevole lo spostamento delle 240 bovine nella nuova stalla e il loro ingresso in batch milking. Gira tutto in maniera così fluida che Renato ha ridotto drasticamente la somministrazione di concentrato durante la mungitura, lasciando giusto un minimo premio alle vacche per invogliarle ad entrare, ottenendo anche un contenimento dei costi della razione.


Renato Aceto (a destra) con il nipote Silvio

“Prima di caricare la stalla – confessa Aceto – non ho dormito qualche notte, ma ero sicuro delle decisioni che avevamo preso e delle scelte costruttive del nuovo allevamento, la cui progettazione ci ha visto impegnati in prima persona insieme agli specialisti DeLaval, sia della sede italiana che della casa madre svedese. Poi abbiamo aperto i cancelli e sembrava che le vacche fossero sempre state qui. Nei primi giorni la produzione è leggermente scesa, ma nel giro di 48 ore abbiamo recuperato e oggi siamo già sopra alle medie precedenti, segno che la tranquillità garantita alla mandria e il fatto che gli animali non vengano disturbati durante la giornata pagano in termini di produzione. Senza considerare aspetti fondamentali come la qualità della messa a latte, con i primi schizzi deviati in un canale a parte, separato dal latte “buono” e un post dipping preciso, con il capezzolo perfettamente coperto dal film protettivo. C’è poi un altro aspetto fondamentale - conclude Renato - quello della facilità di gestione. Posso controllare tutti i robot dallo smartphone, in qualsiasi istante, ovunque io mi trovi. E in caso di anomalie ho la certezza che la squadra di assistenza di Sifra Impianti, la Concessionaria DeLaval di zona, sia pronta a intervenire e risolvere il problema. Il batch milking è stato una sfida, oggi posso dire che l’abbiamo superata brillantemente”.