Le tre passioni di Claudio & figli

A chi è abituato ad incontrare Claudio Lauteri sul ring di Bastia Umbra in qualità di handler di uno dei suoi magnifici bovini da carne, diremo subito che non è molto diverso vederlo dal vivo, nella sua tenuta di Castel Campanile, sulle dolci colline retrostanti la piana di Fiumicino (Rm). Stessa affabilità, stesso sorriso stampato sul volto, e soprattutto stessa dimestichezza nel condurre davanti al pubblico (in questo caso, davanti all’obiettivo del fotografo) tori di quasi una tonnellata e mezzo come fossero scodinzolanti Border Collie. Qui, però, lo troviamo fianco a fianco dei figli Simone e Alessia, che tutti i giorni condividono col padre le gioie e le fatiche di chi deve portare avanti una realtà complessa e impegnativa, costituita non soltanto da ampie superfici da coltivare, da una mandria di 230 bovini da carne e da un gregge di 700 capi da accudire, ma anche da un agriturismo (vero, vorremmo aggiungere, “Il Casale del Castellaccio”), da un laboratorio carni e da due punti vendita, quello aziendale e quello capitolino del Circo Massimo.


Claudio, Alessia e Simone Lauteri posano insieme alla campionessa Gloria con il suo vitello
 

Dalla Frisona alla Charolais

“Siamo allevatori da quattro generazioni – esordisce Claudio – ma fino al 2006 ci occupavamo di vacche da latte, mungevamo circa 200 Frisone. Un ambito che ci piaceva moltissimo ma purtroppo, tra gli investimenti da sostenere per acquistare le quote latte e i prezzi perennemente bloccati su livelli insoddisfacenti, dal punto di vista economico era diventato uno stillicidio. Per cui abbiamo deciso di cambiare strada e di allevare bestiame da carne, anche per dare un senso all’agriturismo che nel frattempo avevamo aperto, chiudendo così la filiera”.


La famiglia Lauteri alleva complessivamente 230 capi bovini di razza Limousine (40 fattrici) e Charolais (80 fattrici), e 700 capi ovini di razza Merinizzata Italiana

Oggi, infatti, una parte delle carni degli Charolais e dei Limousine nati e ingrassati in azienda, ma anche degli agnelli di razza Merinizzata Italiana che da qualche anno completano l’offerta di casa, rifornisce il ristorante agrituristico; il resto è per la vendita diretta o al limite, come nel caso degli abbacchi, è merce di prima scelta per le macellerie della Capitale. Tutta, comunque, carne di eccellente qualità, certificata biologica.


Simone Lauteri segue prevalentemente il punto vendita aziendale e l’agriturismo, aiutato sul fronte amministrativo dalla sorella Alessia

“Dopo la Frisona – continua Claudio – abbiamo puntato sulla Charolais, perché era una razza che già conoscevamo bene qui in famiglia, visto che mio padre, ancor prima di produrre latte, allevava una mandria di Maremmane che faceva coprire dal toro Charolais. Parliamo comunque di una razza fantastica, che qui da noi in Italia è tuttora relegata all’incrocio negli allevamenti estensivi e che può contare, purtroppo, su pochi allevamenti specializzati. Ma ripeto, gli Charolais sono bovini meravigliosi, che vantano alle spalle una selezione secolare, e che anche oggi, in Francia, vengono costantemente migliorati, anche per mezzo della genomica, per caratteri come la facilità di parto, la finezza d’osso o gli incrementi ponderali.


Claudio con Editrice, la fattrice Limousine che per 4 volte si è aggiudicata il titolo di campionessa nazionale

Lo abbiamo toccato con mano: i vitelli Charolais hanno una crescita che definirei costante e duratura, perché qui da noi raggiungono la maturità commerciale più tardi rispetto a un Limousine, cioè intorno ai 24 mesi di età, sia che si tratti di un vitellone che di una scottona. Certo, i nostri animali vengono nutriti con una dieta soft, poco spinta, a base soltanto di fieni e di cereali, ma in queste condizioni la Charolais rende addirittura meglio della Limousine, e se macellata al momento giusto, le sue carni si presentano sul banco della macelleria con un bel grado di marezzatura”.


L’intera produzione aziendale è certificata bio
 

Poi venne la Limousine

Ma sia ben chiaro, alle mostre di genetica organizzate dall’Anacli, l’allevamento della famiglia Lauteri è tra i primi della classe anche nell’ambito della razza Limousine. Con Editrice, ad esempio, l’azienda è già salita 4 volte sul gradino più alto del podio, e qui in Italia i rossi torelli da monta naturale targati allevamento Lauteri hanno un bel mercato, al pari dei loro colleghi dal manto bianco. “Nel nostro allevamento – spiega il diretto interessato – la Limousine è arrivata in un secondo momento, attraverso un gruppo di ristalli. Poi abbiamo costituito il nostro parco fattrici e ci siamo messi dietro anche ai tori, che a differenza di quanto avviene per la Charolais acquistiamo sempre qui in Italia, presso il centro genetico dell’Anabic. Nel complesso la Limousine mi piace, la qualità della sua carne è eccellente, ma resto sempre un appassionato di Charolais”.
A provare che l’affermazione sia del tutto sincera è il sorriso di Claudio, che si fa ancora più aperto del solito quando lo immortaliamo insieme al suo pupillo, il pluricampione Il Est Bo, o quando ci spostiamo in stalla per vedere l’ultimo acquisto, un torello genomico polled arrivato fresco fresco dalla Francia.


I bovini vivono per buona parte dell’anno in grandi paddock all’aperto, suddivisi per razza e per gruppi di monta


Il torello genomico polled che la famiglia Lauteri ha recentemente acquistato in Francia per migliorare la mandria di Charolais
 

Una razza eccezionale

Ma è altrettanto vero che negli ultimi tempi il cuore della famiglia Lauteri si è messo a palpitare anche per la Merinizzata Italiana, “una pecora straordinaria – sostiene Claudio – selezionata per la triplice attitudine, ma che noi utilizziamo soltanto per la carne. Una razza che ci ha sorpreso anche come pascolatrice e per la sua eccezionale rusticità, che la rende capace di mantenersi in forma anche su un pascolo povero, invernale. Il bello è che questa pecora non calpesta il terreno, ma lo concima abbondantemente, e così facendo l’erba ricresce rigogliosa, e noi possiamo ricavarci un fieno di ottima qualità per i nostri bovini”. Sul fronte della qualità della carne, poi, ci sono pochi dubbi: se gli agnelli più leggeri, di circa 8 kg di peso, sono perfetti per l’abbacchio romano Igp, i capi appena più cresciuti, fino a 13 kg, fanno un figurone nell’agriturismo aziendale, sottoforma di “carne di agnello del Centro Italia Igp”.


Il gregge di Merinizzata Italiana al pascolo in azienda


Alle mostre nazionali di Libro della Merinizzata Italiana l’azienda Lauteri si è già fatta onore, piazzandosi come primo allevamento nel 2016, e come secondo migliore allevamento nel 2019

Quanto al futuro dell’azienda, Claudio e figli hanno pochi dubbi: “tra bovini, pecore, asini dell’Amiata e altri animali della fattoria, siamo già al massimo come Uba per un allevamento biologico. Non ci resta, dunque, che approfittare del miglioramento genetico che verrà impresso alle tre razze che alleviamo: Charolais, Limousine e Merinizzata Italiana”. Anche sotto questo profilo, Claudio, Simone e Alessia ci sembrano proprio sulla strada giusta. 


La famiglia Lauteri nel laboratorio carni annesso al punto vendita aziendale


L’agriturismo “Il Casale del Castellaccio” visto dall’antistante collina dove ha sede l’azienda agricola