L’etologia come base d'applicazione di ClassyFarm

Gestione mandria

L’etologia come base d'applicazione di ClassyFarm

Per comprendere il significato di alcuni parametri inseriti nella valutazione sul benessere animale, ma anche per ottimizzare le performance aziendali, occorre conoscere alcune caratteristiche fisiologiche e comportamentali tipiche del bovino da latte

Per poter affrontare un discorso sul benessere animale, bisogna aver chiare le caratteristiche etologiche delle vacche da latte. Sicuramente, vivere l’allevamento è importantissimo per comprendere determinati atteggiamenti degli animali. Talvolta, però, il semplice sguardo durante le attività deve essere affiancato da una fase di analisi in cui si dedica del tempo semplicemente a comprendere i motivi di determinati comportamenti. È importante, nel momento in cui si decide di diventare imprenditori zootecnici, studiare e informarsi su alcune peculiarità proprie della razza che vogliamo allevare per poter gestire il management quotidiano e la formulazione dell’habitat in modo ottimale, al fine di ottimizzare le performance.
 

L’udito

I bovini percepiscono una gamma di frequenze più ampia rispetto agli umani, quindi anche per l’udito dobbiamo tenere in considerazione che essi avvertono i suoni diversamente da noi e ne percepiscono di più. La rumorosità di una sala di mungitura o di una stalla influenza direttamente la produzione e i parti, e uno dei parametri valutato dal ClassyFarm è appunto la rumorosità degli ambienti. Al contrario, il bestiame può essere calmato trasmettendo musica rilassante (manuale NSW Feedlot 1997); a tal proposito ci sono studi che correlano positivamente la produzione di latte con l’ascolto di musica classica in sala mungitura.
In quanto animali predati, i bovini hanno particolarmente sviluppato un sistema di allerta che li porta ad essere costantemente in ascolto: l’ascolto continuo è istintivo, hanno un udito migliore a basse frequenze che consente loro di udire suoni a grandi distanze e di identificare i predatori in tempo utile per mettersi al sicuro. Le razze da latte sono più sensibili al suono e al tatto rispetto alle razze da carne (Lanier et al., 2000). I bovini riconoscono la voce umana e sono in grado di identificare gli operatori; alcuni suoni, se inseriti in una relazione serena con il sistema di allevamento, possono orientare le vacche ed essere associati a momenti della giornata, agevolando alcune operazioni (es. mungitura o somministrazione del latte ai vitelli o richiamo in greppia per le visite).
 

La vista

A causa degli occhi posizionati sul lato della testa, i bovini hanno una visione panoramica di 330° e una visione binoculare di 25°-50°, che consente una buona "consapevolezza predatoria" (Phillips, 1993). Tuttavia bisogna prestare attenzione al fatto che essi hanno un punto cieco direttamente dietro di loro. Non bisogna mai dimenticare che le vacche nascono come prede e movimenti improvvisi fuori dal loro raggio di visione potrebbero spaventarle. È controindicato provare ad effettuare operazioni in solitudine (es. toccare la mammella) senza avvisare l’animale della nostra presenza con un controllo vocale o tattile.

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Alle proprie spalle, le vacche hanno un punto cieco piuttosto esteso

Uno dei parametri valutato da ClassyFarm, in più riprese, è l’illuminazione del ricovero. In base alla tipologia della stalla (aperta/semi-aperta/chiusa), dobbiamo scegliere l’illuminazione necessaria al fine di garantire sia una fisiologica routine degli animali, sia una facilitazione delle operazioni di allevamento. Se, per esempio, entriamo in un box in cui c’è scarsa illuminazione, non potremmo comprendere se c’è sangue in terra oppure urina e intervenire tempestivamente. È utile inoltre ricordare il ruolo della luce nell’attivazione del meccanismo ormonale riproduttivo: il ciclo sonno-veglia è fondamentale per la corretta produzione dei picchi ormonali. Animali a cui non è garantita la quantità sufficiente di luce, potranno dimostrare estri ritardati, diminuiti o assenti.
I bovini hanno una scarsa percezione della profondità. Per questo motivo e per la scarsa capacità di messa a fuoco, il bestiame spesso si rifiuta di attraversare una zona sconosciuta, specie se buia, o di passare una zona grigliata con eccessiva separazione tra le barre. Lo spostamento risulta più agevole con un’illuminazione migliore che riempia l’ambiente. Per questa scarsa capacità di visione si consiglia di illuminare con più di 200 lux la superficie calpestabile.
L’indicazione di valutazione dell’illuminazione in ClassyFarm vale sia per i bovini adulti che per i vitelli (D.lgs 126/2011).
 

L’olfatto

Oltre al bulbo olfattivo, i bovini possiedono l’organo vomero-nasale (responsabile del “flehmen”, testa in alto e labbro arricciato) deputato alla comunicazione olfattiva: riconoscimento sessuale attraverso i feromoni; riconoscimento materno all’interno del branco; odore particolare di feci e urine in caso di paura; scelta del cibo e quanto consumarne. Già dai primi minuti dopo il parto, attraverso l’olfatto, la madre riconosce i vitelli e si instaura il legame materno.
Nella valutazione ClassyFarm è presente una sezione dedicata al controllo dell’aria: si considera ottimale una concentrazione dei gas inferiore ai 10 ppm di ammoniaca e inferiore a 3.000 ppm per l’anidride carbonica. Esistono macchinari specifici per la rilevazione della concentrazione dei gas, che devono essere mantenuti entro limiti non dannosi per gli animali.
Un’indicazione pratica della loro eccessiva concentrazione ci viene dall’osservazione: in strutture poco areate, animali con tosse e problemi bronchiali e/o eccessivi problemi di lacrimazione non giustificati dalla presenza di ectoparassiti, ci indirizzano verso la necessità di arieggiare gli ambienti per abbassare la presenza di gas nocivi.
 

Gusto e tatto

I bovini sono in grado di riconoscere cinque gusti: dolce, salato, aspro, amaro e “umami” (appetitoso). Essi prediligono sapori che contraddistinguono alimenti ad alto valore energetico e utili al bilancio elettrolitico. Hanno inoltre una sensibilità di sapori aspri che li aiuta a mantenere l’equilibrio del pH ruminale (Santini, 2020). L’osservazione di animali che leccano superfici, ci deve dare l’indicazione di carenze minerali o vitaminiche da valutare con il veterinario e l’alimentarista.
All’interno del gruppo, i bovini hanno un particolare comportamento detto grooming, che consiste nel leccare il proprio mantello o quello dei conspecifici, e serve per pulirsi e come attività di coesione del gruppo per rafforzare i legami, in particolare quello materno. Il grooming ha un effetto calmante sul battito cardiaco e di gratificazione. (Santini, 2020). Gli animali utilizzano diverse ore al giorno per socializzare e il contatto attraverso il leccamento sicuramente è una delle modalità naturali dei rapporti sociali. Bisogna fare però attenzione quando il leccamento avviene nei vitelli: un’alimentazione inadeguata porta gli animali al succhiamento crociato con conseguente danno per le future mammelle.

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La misura minima per gli abbeveratoi è di 6 cm per capo; è importante tuttavia, che questi centimetri siano correttamente dislocati, in modo da evitare competizioni
 

Gerarchie sociali

Reinhardt e Reinhardt (1975) hanno evidenziato una precisa relazione tra dominanza ed età; hanno infatti osservato che le vacche aumentavano di rango fino a circa 9 anni con l’aumento del loro peso; successivamente, il loro peso sociale diminuiva man mano che invecchiavano e perdevano peso corporeo. In realtà il dominio diventa importante solo quando c’è una quantità molto limitata di cibo o di acqua per cui competere (Stricklin e Gonyou, 1981).
Per quanto riguarda il sistema ClassyFarm, bisogna considerare che le vacche devono potersi alimentare insieme per almeno il 70% dell’effettivo in caso di razioni unifeed, e con il 100% dell’effettivo in caso di razioni frazionate. ClassyFarm considera una situazione ottimale quando l’azienda ha due accessi in mangiatoia con un 20% di postazioni in eccesso, o l’accesso al pascolo per gli adulti per almeno 60 giorni all’anno.
Anche per quanto riguarda gli abbeveratoi, la misura minima da considerare è 6 cm per capo; è importante tuttavia, per l’ottimizzazione delle risorse, che questi centimetri siano correttamente dislocati per avere un punteggio migliorativo in modo da evitare competizione.
È dimostrato che le gerarchie dominanti si formano subito dopo lo svezzamento e che esse rimangono stabili anche quando i gruppi vengono spostati (Stricklin e coll., 1980).
I bovini da latte che vengono collocati in nuove mandrie ed esposti a lotte di predominio che comportano aggressioni, mostreranno spesso una riduzione della produzione di latte per diversi giorni (Fraser e coll., 1997). Nella gerarchia della mungitura vi è la tendenza per le vacche più dominanti ad entrare per prime in sala latte, e questi individui hanno anche maggiori probabilità di produrre rese più elevate (Phillips, 1993).
 

Area parto

Risulta importantissimo dedicare al parto una zona tranquilla, in modo da non condizionare negativamente l’evento con successivo stress per l’animale e rischio di distocie e/o alterazioni da stress per la madre e per il vitello. Una vacca diventa irrequieta 1-2 giorni prima del parto. Se possibile, essa lascerà la mandria poco prima della nascita del vitello, trovando un posto tranquillo dove partorire. Spesso questo non è possibile nella maggior parte dei contesti di allevamento (Hafez, 2000). Un buon esempio di gestione della zona parto è il modello olandese della free stress calving line, consistente nel prevedere dei box multipli che accompagnino le vacche dal preparto (15 giorni), alla zona parto (separata ad opera di cancelli mobili da preparto e post parto), e infine alla zona post parto (15 giorni).
Per quanto riguarda le misure degli spazi, secondo ClassyFarm parliamo di minimo 7 metri quadrati per capo. Nel conteggio dello spazio di decubito, dobbiamo ricordare di sottrarre, in caso di lettiera permanente, 1,5 metri al lato corto della stalla per l’accesso in mangiatoia.

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Il contatto tra la vacca e il suo vitello per un periodo di 5 minuti dopo il parto si traduce in un forte legame materno specifico


Per quanto riguarda la sala pre-parto/parto, consiglio circa 10 mq/capo: ClassyFarm la giudica migliorativa se riesce a contenere almeno il 3% dell’effettivo.
Un buon escamotage per la sala parto è quello di creare un box contenitivo per i vitelli fuori dal punto di accesso in mangiatoia. Possiamo posizionare il vitello nel box al momento della nascita, cospargendolo di unifeed e lasciandolo così per un paio d’ore, in modo tale che la vacca si alzi per leccare il vitello e intanto mangi l’unifeed, così da evitare dislocazioni e ritardi nella risposta adattativa del vitello all’ambiente.
Il contatto tra la vacca e il suo vitello per un periodo di 5 minuti dopo il parto si traduce in un forte legame materno specifico (Houpt, 1998). I vitelli di solito diventano autonomi 45 minuti dopo la nascita e allattano 2-5 ore dopo; la madre aiuta l’allattamento posizionandosi per un accesso più facile (Hafez, 2000). Tra la nascita e i 7 mesi, la durata media del tempo di allattamento per i vitelli è stata considerata di 34 minuti, con la frequenza di 4,5 volte al giorno (Hattori e coll., 1995).
Quindi, l’osservazione degli animali è fondamentale per comprendere come costruire o adattare la nostra struttura e il nostro management alle loro esigenze al fine di massimizzare il rendimento aziendale.


di Anna Leoni – Medico Veterinario Incaricato