La lotta allo stress da caldo parte anche dalla mangiatoia

La sala d’attesa è uno dei punti più critici della stalla, da valutare con estrema attenzione

Gestione mandria

La lotta allo stress da caldo parte anche dalla mangiatoia

La carriera produttiva della bovina va difesa nei mesi estivi per non rallentare la mandria e iniziare l’autunno nelle migliori condizioni fisiche. Ecco perché ventilazione e raffrescamento rappresentano due validi strumenti di intervento, unitamente ad una alimentazione studiata ad hoc. È il caso di Purina® Dairy Cooler ImmunoAdvance

La continua evoluzione dell’allevamento da latte alla ricerca di maggior efficienza ha portato negli anni ad avere mandrie sempre più performanti, composte da bovine ad altissimo potenziale genetico che non temono il parallelismo con atleti professionisti. Entrambi, infatti, hanno bisogno di curare al massimo il proprio stato di
orma e benessere per potersi esprimere al meglio. Oltre che in genetica, l’evoluzione degli allevamenti è stata notevole (e continua ad esserlo) anche in fatto di strutture ed ambienti, basta pensare a quanto si è investito nella realizzazione di nuove stalle e impianti nel corso dell’ultimo decennio. Investimenti in impianti che hanno tenuto debito conto del sempre più evidente cambiamento climatico, con tendenza all’innalzamento delle temperature medie e alla maggior frequenza di escursioni termiche repentine ed eventi atmosferici estremi.


Anche nelle strutture più datate, è importante trovare il miglior compromesso in grado di raffrescare efficacemente le bovine
 

Occhio agli stress

È ormai ampiamente dimostrato come l’innalzamento della temperatura ambientale, assieme all’umidità, mette in difficoltà la maggior parte delle bovine da latte nell’areale mediterraneo e, in modo più o meno marcato, ogni estate si instaurano condizioni di stress dovute all’insufficiente capacità delle bovine stesse di disperdere il calore in eccesso. Difatti per natura le bovine si sono evolute con la capacità di sviluppare notevoli quantità di calore endogeno e trovano il massimo del comfort quando la temperatura ambientale è 6-7°C; in tali circostanze hanno l’unica necessità di mangiare di più e sviluppare più calore grazie dal processo di fermentazione e ruminazione. In considerazione di questa predisposizione fisiologica è naturale che le bovine reagiscano allo stress da caldo ambientale prima di tutto riducendo l’ingestione di alimenti e, a seguire, trascorrendo più tempo in piedi alla ricerca delle parti più fresche della stalla ed evitando di coricarsi per lasciare che l’aria circoli attorno e sotto al loro corpo.


La punta dell’iceberg

Quindi ridotta ingestione di sostanza secca, minor produzione di latte, meno ore di riposo e respirazione accelerata; sono questi alcuni dei segnali tipici che indicano bovine in stress da caldo. Segnali che, talvolta, vengono presi in considerazione quando ormai è troppo tardi. Una bovina che non si corica e non rumina vedrà presto alterata la propria funzionalità digestiva e quindi darà il via ad un effetto a catena che porterà tutte le principali funzioni fisiologiche a rallentare o addirittura fermarsi; ecco perché lo stress da caldo costituisce un problema enorme, in particolare per le bovine in transizione: il latte perso per stress da caldo, rappresenta veramente e non solo metaforicamente la punta dell’iceberg.
Non a caso, tutti gli studi più recenti insistono sul fatto che gli allevatori non dovrebbero preoccuparsi solamente delle bovine in lattazione, bensì focalizzare il massimo delle proprie attenzioni sulle bovine in
fase finale di gestazione (ossia in asciutta e preparto) già nutrizionalmente più stressate e sulle quali l’eccessivo caldo ambientale è in grado di produrre i danni più marcati a discapito sia della bovina stessa,
sia del feto prossimo alla nascita. L’ipertermia corporea, infatti, provoca la cosiddetta sindrome del “leaky gut” (letteralmente “intestino gocciolante”) espressione utilizzata proprio per indicare la condizione in cui
l’allentamento delle giunzioni fra le cellule dell’epitelio intestinale (monostratificato quindi estremamente sensibile) determina la creazione di piccole fessure dalle quali il contenuto del lume intestinale è in grado di raggiungere il circolo sanguigno. Tutto questo determina una risposta infiammatoria e reazione immunitaria con conseguente e significativo dispendio di energia a scapito delle normali attività fisiologiche come, nel caso di una bovina gravida, il nutrimento del feto.


Evitare che le bovine soffrano il caldo in asciutta: è questa la chiave per avere vitelle più sane, forti e longeve


Danno permanente

A ciò si aggiunge che un ambiente uterino surriscaldato è in grado di indurre cambiamenti strutturali e funzionali permanenti nel feto stesso, in un momento decisivo per la programmazione delle funzioni vitali e della capacità di risposta alle malattie in tutte le fasi di vita successive, da quelle giovanili fino all’età adulta. Le vitelle nate da madri esposte a stress da caldo risultano avere peso corporeo alla nascita inferiore, ridotta capacità di assorbire immunoglobuline attraverso il colostro, e ridotta immunocompetenza. È perfino dimostrato (Monteiro et al. J. Dairy Sci. 99:1-8) che tali vitelle produrranno significativamente meno latte durante la loro prima lattazione. La spiegazione risiede nel fatto che le fasi finali di gestazione sono caratterizzate da veloce crescita dei tessuti con rapido aumento del peso del feto. Infatti, il 60% del peso corporeo del vitello alla nascita si sviluppa negli ultimi due mesi e, in quel lasso di tempo, gli organi vanno incontro alla cosiddetta maturazione funzionale. A tal proposito è utile ricordare anche fegato e mammella del feto: fegato in quanto organo chiave nella gestione del metabolismo energetico e della funzionalità immunitaria, e mammella perché sebbene nella vita intrauterina ci sia pochissima differenziazione di tessuto parenchimatico, la traccia dei dotti mammari, su cui successivamente si svilupperanno gli alveoli, viene
“disegnata” già prima della nascita. Il meccanismo attraverso cui l’ambiente uterino influenza gli stadi di vita giovanili e la programmazione cellulare è da ricondurre all’epigenetica, ossia alla regolazione che l’ambiente esercita sull’espressione genica modificando il fenotipo grazie all’attivazione o disattivazione di porzioni specifiche del Dna. Regolazioni che, come anticipato, producono effetti sia a carico delle madri nella lattazione che segue il parto, sia a carico delle figlie in termini di accrescimento, salute e performance nella loro
futura carriera da lattifere. La comprensione di questi meccanismi biologici rende evidente l’importanza di mettere in atto tutte le possibili strategie atte a prevenire che le bovine soffrano stress da caldo,
in particolare in prossimità del parto, perché ciò comporta ripercussioni di breve, medio e lungo termine sulla salute e i livelli produttivi dell’intera mandria presente e futura.


Soluzioni firmate  Purina®

Da un punto di vista alimentare rimangono validi tutti quegli accorgimenti in grado di favorire l’ingestione di sostanza secca, ridurre la produzione di calore endogeno, e ripristinare le riserve di elettroliti dispersi dall’aumento della frequenza respiratoria. E oltre a questo l’esclusiva tecnologia Purina® può fare molto di più!
Dairy Cooler ImmunoAvdance, nutrimento di nuova generazione che unisce l’ormai storica e ben nota tecnologia Dairy Cooler con un principio attivo di nuova concezione, frutto della ricerca Cargill® e derivato dalla fermentazione selettiva di Saccharomyces cerevisiae, è in grado di agire sul sistema immunitario e quindi offrire una combinazione di vantaggi senza precedenti:
• raffrescare le bovine dall’interno
• potenziare il sistema immunitario
• migliorare le performance delle bovine e delle loro figlie.

Dairy Cooler ImmunoAdvance è infatti indicato per l’utilizzo in fase di lattazione ma anche e soprattutto raccomandato come nutrimento specifico per il periodo di asciutta e transizione.
Utilizzato a 400 grammi/capo/giorno, apporta tutti i principi attivi necessari a migliorare la circolazione sanguigna periferica aumentando l’efficacia dei sistemi di raffrescamento esterno e, al tempo stesso, interviene sui processi fisiologici chiave per il corretto completamento della gravidanza e lo svolgimento delle normali attività corporali in grado di sostenere le performance delle madri e delle loro figlie. Alleviare lo stress da caldo è importante, e in considerazione di quanto detto sopra, ossia della suscettibilità delle vacche in asciutta e delle ripercussioni di lungo termine che interessano anche la generazione seguente, è altrettanto importante giocare d’anticipo e non fare affidamento sulla percezione che l’uomo ha del calore, ben diversa dalla percezione bovina. Per questo è consigliabile intervenire in modo tempestivo e adeguare i piani alimentari addirittura a partire dai mesi di aprile-maggio prima che il caldo inizi a fare i suoi effetti che, come abbiamo visto, vanno ben oltre il calo della produzione lattea.