Prendo le vacche e vado alle Azzorre

Josè Alexandre insieme alle sue campionesse

Attualità

Prendo le vacche e vado alle Azzorre

Clima mite tutto l’anno, ettari di pascolo e un buon mercato per il latte. Siamo andati a conoscere Josè Alexandre, allevatore dell’isola di São Miguel

 

Vi piacerebbe vivere in un posto dove d’inverno non fa mai troppo freddo (14°C di media) e dove d’estate non è mai troppo caldo (28-30°C al massimo)? Dove piove il giusto, permettendo al loietto e al mais di crescere sani e rigogliosi, e dove le vacche possono vivere serenamente al pascolo 12 mesi all’anno? Quel posto esiste, sono le Isole Azzorre. Certo, non sono proprio dietro casa perché l’isola dell’arcipelago più vicina alla terra ferma dista dal Vecchio Continente quasi 1.400 chilometri o 1.900 km per arrivare a Terranova in Canada. Sì, le Azzorre, quelle famose per l’anticiclone (delle Azzorre ovviamente) e per le acciughe, uno dei prodotti più esportati dalle 9 isole che compongono l’omonimo arcipelago, remota regione autonoma del Portogallo. Posto di una tranquillità totale, a parte qualche esuberanza dei vulcani locali, che di recente hanno quasi portato all’evacuazione di Sao Jorge, una delle isole dell’arcipelago, ma nel complesso si sta davvero bene. Quello che in molti non sanno è che delle 230mila vacche da latte del Portogallo più di 90mila vivono alle Azzorre, alimentando una filiera chiave per l’economia locale.

 

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Pascoli vista mare, un bel valore aggiunto delle Azzorre anche in termini di marketing

 

Pascolo vista mare

Per conoscere più da vicino questa realtà, siamo stati a visitare l’azienda zootecnica di Josè Alexandre, allevatore di Maia nell’isola di São Miguel, accompagnati da Henrique Moniz, responsabile dell’assistenza tecnica della Associação Agrícola, la potente cooperativa locale degli allevatori. “La realtà zootecnica da latte delle Azzorre - ci spiega Henrique Moniz - è composta da aziende con una presenza media di una quarantina di vacche in produzione, mentre pochi sono gli allevamenti con 200 capi in mungitura. Sono imprese per la maggior parte a carattere familiare, con una gestione di tipo semi-estensivo e con produzioni medie di circa 25-27 litri al giorno per capo. Grazie al clima mite delle Azzorre, le bovine vivono sempre all’aperto e quando vanno a farsi mungere integrano il pascolo con unifeed e concentrato".

 

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Josè Alexandre con Henrique Moniz, il tecnico della Associação Agrícola che insieme ai suoi colleghi segue le 55mila vacche da latte dell’isola


"Oggi ci sono ancora allevatori - ricorda Henrique Moniz - che mungono direttamente sul pascolo utilizzando mungitrici carrellate, ma la maggior parte ormai si è dotata di sale di mungitura collocate nel centro aziendale, migliorando nettamente la qualità del lavoro. Nei terreni più lontani vengono messe le manze o le vacche in asciutta, mentre le bovine in produzione sono collocate nei pascoli migliori e più vicini, con l’obiettivo di ridurre la strada che devono percorrere due volte al giorno. Negli anni gli allevatori, pur intensificando la produzione, hanno comunque trovato un buon equilibrio con la disponibilità di terreno, adottando un piano colturale che oggi prevede in primo raccolto il Lolium, destinato ad essere fasciato (costo di raccolta e fasciatura: 20 euro a rotoballa) e mais in secondo raccolto, trinciato verso ottobre”. Questa è la norma, poi ci sono gli anni difficili come il 2022, con un giugno particolarmente piovoso che ha un po’ compromesso la campagna del mais, ma come ricorda Josè Alexandre, alle Azzorre puoi vedere tutto il clima di un anno in un solo giorno e quindi ci vuole pazienza, ma la natura sa ripagarti.

 

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La moderna sala mungitura di cui si è dotata recentemente l’azienda di São Miguel. Nell’arcipelago si produce il 33% del latte di tutto il Portogallo

 

Il mercato del latte

Ma veniamo ai prezzi, che al momento della nostra visita oscillano dai 55 ai 58 centesimi di euro/litro, 3-4 centesimi in meno rispetto al prezzo pagato nel Portogallo continentale. “La qualità pesa nel prezzo finale – spiega Moniz – ma se sei sotto alle 200mila cellule somatiche il prezzo finale resta remunerativo, considerati i costi di produzione, che si attestano attorno ai 27 centesimi". Josè Alexandre, l’allevatore di cui siamo ospiti, con un 3.7% di grasso, 3 di proteina e cellule sotto a quota 200mila riesce ad andare a premio con una certa facilità e ad avere una decorosa remunerazione del proprio lavoro. Il tutto con un allevamento davvero minimale in termini di impiantistica e di attrezzature (dimenticatevi i trattori da 150mila euro).
“Le strutture – interviene Henrique Moniz – sono semplici, ma soddisfano le esigenze della filiera, sfruttando al massimo le possibilità offerte dal pascolo e dal clima, e questo è il vero punto di forza delle Azzorre”. Paradosso dei paradossi, nelle isole più densamente popolate di vacche d’Europa, non c’è latte fresco, ma è tutto Uht (prezzo al consumatore attorno ai 90 centesimi/litro). Poi c’è il capitolo della trasformazione con la produzione di diverse tipologie di formaggio, dai molli ai semiduri, che incontrano il gusto del consumatore sia delle Azzorre che continentale.

C’è anche una Dop, il São Jorge, prodotto nell’omonima isola, un piacevolissimo formaggio a latte crudo, semiduro, che qui viene venduto a 90 giorni di stagionatura, ma che si presta anche ad affinamenti più lunghi, come il 24 mesi che abbiamo assaggiato: splendido, sapido e con un sapore caratteristico legato al pascolo. Gli acquirenti sono per la maggior parte trasformatori privati, mentre la cooperazione fatica ad affermarsi. Un mercato interessante visto che alle Azzorre si produce il 33% del latte di tutto il Portogallo, con un notevole flusso di esportazione verso il Continente, anche se i costi di trasporto drenano buona parte del valore aggiunto.

 

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Solo latte Uht nei supermercati locali, visto che non esiste una filiera del fresco

 

Terreni molto costosi

Gli allevatori lavorano in attivo, ma il fatto di avere pochi acquirenti non aiuta nelle trattative. Poi c’è il problema del costo elevato dei terreni con prezzi che nell’isola di São Miguel toccano i 50mila euro/ettaro, rendendo davvero difficile per un allevatore potersi espandere e lo costringono a ricorrere agli affitti, che comunque viaggiano attorno ai 700 euro/ha. Nell’isola di Faial o a Terceira i prezzi sono inferiori, ma sempre sostenuti. “C’è grande competizione fra vicini - commenta l’allevatore Josè Alexandre – e occorre l’impegno di tutta la famiglia per andare avanti, ma siamo tutti appassionati e le soddisfazioni non mancano”.

Il livello delle bovine al pascolo è notevole, sia come taglia che come correttezza, e non a caso Josè è uno degli allevatori che più di frequente vincono al “Concurso Micaelense”, la mostra della Holstein delle Azzorre. Anche il nostro Giuseppe Beltramino, che da queste parti è di casa, contribuendo alla diffusione della genetica italiana all’estero, è stato giudice di una delle mostre locali e ricorda l’ottimo livello degli animali in gara.

 

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La mandria dell'’azienda di São Miguel conta 41 animali in lattazione, con produzioni medie di 27 litri per vacca


Se state pensando a trasferirvi in mezzo all’Atlantico vorremmo anche ricordarvi che l’Arcipelago ha un regime fiscale agevolato rispetto al Portogallo e che gli investitori stranieri sono i benvenuti, stando almeno al battage pubblicitario delle Camere di Commercio locali. Di certo alle Azzorre, specialmente se amate la natura, il mare, i vulcani, il verde, le ortensie e l’ottimo pesce, sono un piccolo paradiso a portata di mano.
Il portoghese? In un anno lo parlerete come i locali.

 

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Il monte Pico, la montagna più alta del Portogallo circondata da migliaia di ettari di pascolo