Con il Covid sono aumentati i consumi domestici di latte e derivati

Daniele Rama, direttore di Smea

Attualità

Con il Covid sono aumentati i consumi domestici di latte e derivati

L'analisi è contenuta nel report "Il Mercato del latte" edito dalla Smea dell’Università Cattolica di Cremona

Sempre più dati lo confermano: la pandemia da Covid-19 ha spinto gli italiani a un maggior consumo di prodotti alimentari in casa, e latte e derivati lattiero-caseari non hanno fatto eccezione. Ciò è avvenuto soprattutto nelle prime fasi, quelle interessate dai più duri lockdown. E così, dopo anni caratterizzati da andamenti negativi, nel 2020 la spesa al dettaglio delle famiglie italiane ha invertito la tendenza.
Ma vediamo meglio i dati, così come riportati dal report Il Mercato del latte, a cura del professor Daniele Rama ed edito dalla Smea, Alta scuola di management ed economia agro-alimentare dell’Università Cattolica di Cremona. Nel 2019 in Italia la spesa delle famiglie per latte e derivati si contrae, seppur debolmente, per il secondo anno consecutivo: ammonta a circa 10,4 miliardi di euro, -0,1% su base annua. Il risultato negativo è dovuto unicamente al ribasso dei volumi acquistati, che rispetto al 2018 sono diminuiti dell’1,3%. I valori medi unitari, infatti, crescono dell’1,2%. Questa ennesima battuta di arresto nei volumi acquistati non trova tuttavia conferma nel primo semestre del 2020, poiché, a causa delle restrizioni governative legate alla pandemia di Covid-19, che hanno limitato la possibilità dei pasti fuori casa, gli acquisti in volume delle famiglie registrano una variazione tendenziale del +5,7%; in termini di valore il rialzo sale all’11,2%.


Ma la pandemia pesa sull’export

Nel 2019, secondo i dati Istat ancora provvisori, continua la crescita degli introiti provenienti dall’export di prodotti lattiero-caseari italiani. Le esportazioni, costituite prevalentemente da formaggi, proseguono la loro tendenza positiva mostrando una crescita sia dei volumi scambiati – misurati in quantità di latte equivalente – che dei valori monetari. Tuttavia, il trend positivo dell’export si arresta nei primi nove mesi del 2020 su cui impatta l’effetto del Covid-19. Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, i quantitativi in equivalente latte aumentano modestamente, mentre i valori monetari mostrano un segno negativo. In entrambi i casi le variazioni percentuali sono inferiori all’1%, ad indicare una sostanziale tenuta degli scambi se confrontati con l’andamento complessivo della bilancia commerciale italiana.


Il comparto zootecnico è sempre più “concentrato”

È da anni ormai che la zootecnia italiana sta evolvendo verso una struttura a minor numero di aziende ma di maggiore dimensione. Dai dati appena usciti nel rapporto Smea Il mercato del latte, si può infatti osservare che quattro province (Brescia, Cremona, Mantova e Parma) realizzano ciascuna oltre il 5% della produzione nazionale di latte. Nel complesso sono passate dal 33,1% di prodotto commercializzato nel 2008/09 al 36,5% nel 2019/20. Questa concentrazione avviene nel contesto di una crescita produttiva globale, che si riflette in una tendenza a ridurre il periodo di “inattività” delle bovine: tra il 2019 e il 2020, mentre resta costante il numero complessivo di vacche, quelle che hanno partorito prima dei 24 mesi passano da 13 mila e settecento a 15 mila e novecento.


Un punto di riferimento per tutta la filiera

Il Mercato del Latte viene elaborato dall’Osservatorio sul mercato dei prodotti zootecnici (Ompz) a cadenza annuale ininterrottamente dal 1995 per fornire uno strumento a supporto di tutti gli attori della filiera latte: le istituzioni, le strutture associative e gli operatori economici. Le analisi contenute nel rapporto si estendono dagli allevamenti al consumatore finale, coprendo tutti gli stadi della filiera: la produzione di latte, la trasformazione, la distribuzione, i consumi e l’import export. L’attenzione è anche dedicata al contesto e ai meccanismi di regolazione e di collegamento verticale: il mercato internazionale, le politiche settoriali, i costi di produzione, i prezzi e i loro meccanismi di determinazione. In tal modo è possibile dare un’immagine precisa nei dettagli, ma anche organizzata in una visione d’insieme, della catena del valore: come questo si genera e come si distribuisce tra gli attori, quali sono i punti virtuosi, gli snodi critici e le tendenze in atto.

Il volume è liberamente scaricabile al link: http://www.ompz.it/fileadmin/user_upload/2021/RAPPORTO_LATTE_2020.pdf