L’epoca di semina è strategica per il successo delle cover crops

Come ricorda Roberto Bartolini sul portale di informazione www.agricoltoritop.it, il successo delle cover crops, specie a perdere coltivate tra due colture da reddito, dipende in gran parte dall’epoca di semina. Le Università di Milano e di Piacenza e Condifesa Nord Est hanno svolto una sperimentazione su due cover gelive (che possono essere distrutte dal gelo) come senape e avena e due specie non gelive, come segale e veccia villosa, che sopravvivono all’inverno.


Tre epoche di semina a confronto

Le tre epoche di semina scelte per la prova sono state:

  • Precoce: tra il 31 agosto e il 12 settembre
  • Intermedia: tra il 19 settembre e il 17 ottobre
  • Tardiva: tra il 9 ottobre e il 23 novembre

La semina precoce è da preferire

Le specie gelive, segale ed avena, seminate precocemente hanno manifestato una biomassa più elevata in autunno ed una spiccata suscettibilità al gelo, al contrario di quanto accaduto con le epoche di semina intermedia e tardiva.
Le cover non gelive, segale e veccia villosa, hanno espresso il loro massimo potenziale in primavera e se seminate precocemente hanno superato bene l’inverno con un’ottima produzione di biomassa in primavera.


La produzione di biomassa è determinante

Ed è la produzione di biomassa delle cover crops il punto chiave per il successo di queste colture a perdere perché determina il controllo delle infestanti, il contenimento della lisciviazione dei nitrati, la messa disposizione di azoto per la coltura da reddito successiva e l’aumento della sostanza organica del terreno.
Sono i quattro benefici più importanti legati all’uso continuativo delle cover crops, che si raccomanda in particolare a tutti gli agricoltori che hanno sposato l’agricoltura rigenerativa, abbandonando l’aratura a favore delle lavorazioni minime e del sodo.

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