di Alessandro Gastaldo – CRPA SCPA di Reggio Emilia
In molti allevamenti l’ingresso del robot di mungitura ha rappresentato una svolta in termini di gestione, benessere e produttività. Ma secondo gli studi condotti in questi anni, queste tecnologie possono portarsi dietro anche alcune criticità
I rapporti delle ditte che producono e commercializzano gli AMS (Automatic Milking System) mostrano negli ultimi anni una crescita inarrestabile delle vendite a livello mondiale, con oltre 50mila robot già in funzione in tutto il mondo e un numero che cresce vertiginosamente ogni anno. Si tratta di una tecnologia che presenta vantaggi e svantaggi che devono essere conosciuti in maniera approfondita dall’allevatore prima di intraprendere questa strada. Di seguito, vengono riassunti pro e contro descritti in una interessante rassegna realizzata nel 2020 da Simões Filho e colleghi, dal titolo “Robotic milking of dairy cows: a review”. Sicuramente i vantaggi legati all’utilizzo di AMS negli allevamenti bovini da latte sono molti, anche se, per sfruttarne a pieno tutte le potenzialità dei robot, l’allevatore deve dedicare parte del tempo risparmiato nella mungitura al monitoraggio delle vacche e dei robot (Hansen, 2015).

Di seguito, vengono riportati i principali vantaggi degli AMS secondo Tse e coll. (2017):
- maggiore frequenza di mungitura;
- maggiore produzione di latte;
- migliore salute della mandria;
- migliore gestione della mandria, per quanto riguarda la raccolta e la gestione delle informazioni;
- minore necessità di manodopera e maggiore flessibilità del lavoro;
- maggiore qualità della vita per l’allevatore.
Nel 2018 Tse e coll. hanno riportato che in 217 allevamenti canadesi il passaggio all’AMS è stato positivo con miglioramenti della redditività, della qualità della vita degli allevatori e del benessere delle vacche, soddisfacendo così le aspettative.

Frequenza di mungitura
Con l’AMS la produzione media di latte può aumentare, ma ciò dipende fortemente dal numero di visite totali al robot. In particolare, le vacche all’inizio della lattazione devono essere munte più spesso al giorno rispetto a quelle a metà e fine lattazione per aumentare la produzione di latte durante l’intero periodo di lattazione (Endres e Salfer, 2015). Numerosi studi confermano questa tesi.
Ricerche francesi (Veysset e coll., 2001) indicano un aumento medio della produzione di latte di circa il 3% che può arrivare anche al 9% dove l’AMS è presente da almeno 2 anni. Addirittura, Lopes e coll., (2014) indicano aumenti medi della produttività molto più alti (15%). Visto che una maggiore frequenza di mungitura aumenta la produzione di latte, risulta fondamentale fare in modo che le vacche accedano più spesso all’AMS.
Secondo Salfer e coll. (2017) per raggiungere questo obiettivo è fondamentale una corretta impostazione del software gestionale che permetta ad ogni vacca di poter occupare l’AMS al momento giusto. Altri fattori che influenzano una elevata produzione di latte riguardano la mandria, che deve essere composta da vacche ad elevata produzione con flusso di latte elevato e, conseguentemente, ridotta occupazione dell’AMS (Endres e Salfer, 2015)

Qualità del latte
Questo rimane un argomento controverso, anche se diversi studi (Hale e coll., 2003; Dahl e coll., 2004; Eslamizad e coll., 2010) indicano che l’AMS, fornendo un numero medio più elevato di mungiture giornaliere, può ridurre significativamente la conta delle cellule somatiche nel latte. Uno studio tedesco (Dohmen e coll., 2010) condotto in 144 allevamenti evidenzia una forte relazione positiva tra bassa conta di cellule somatiche nel latte e qualità dell’igiene delle vacche e disinfezione dei capezzoli, e che allevamenti con AMS hanno condizioni e strutture migliori per ottenere tali risultati.
Impiego di manodopera
Uno studio olandese (Rodenburg, 2017) indica che l’AMS riduce la richiesta di manodopera, anche in allevamenti di grandi dimensioni, offrendo uno stile di vita più flessibile alle famiglie di allevatori. Altri dati olandesi (Bijl e coll., 2007) riportano che nei Paesi Bassi gli allevamenti con AMS hanno una media di 74 vacche per dipendente a tempo pieno, mentre quelli che utilizzano sistemi di mungitura convenzionali hanno una media di 59 vacche per dipendente. Dati statunitensi (Finbin, 2016) indicano che gli allevamenti con AMS hanno una media di oltre 1 milione di kg di latte per dipendente a tempo pieno in un anno, mentre quelli che utilizzano sistemi di mungitura convenzionali si fermano a 700mila kg per lavoratore. Un confronto fra flusso libero o guidato (Bach e coll., 2009) indica che l’impegno di manodopera si riduce con quello guidato.

Possibili svantaggi
Di seguito, vengono indicati alcuni dei principali svantaggi riportati nella review realizzata da Simões Filho e coll. (2020), ossia l’aumento degli acidi grassi liberi nel latte, il cambiamento nel contenuto di grasso e proteine e l’aumento della chetosi subclinica. Altre possibili problematiche legate agli AMS, indicate da alcuni allevatori norvegesi (Hansen, 2015), sono un servizio di assistenza non efficiente, l’incertezza sul ritorno economico di un investimento così importante e la necessità di adattarsi a una gestione delle bovine molto diversa.
- Acidi grassi liberi nel latte. Gli acidi grassi liberi possono causare aromi sgradevoli nel latte e nei latticini, e riducono la conservabilità e la resa. Alcuni studi (Justesen e Rasmussen, 2000) hanno evidenziato un aumento dei loro livelli in alcuni allevamenti dopo l’adozione dell’AMS. Diversi altri studi hanno dimostrato che l’aumento degli acidi grassi liberi è dovuto all’aumento della frequenza e alla riduzione degli intervalli di mungitura, che influiscono sulle dimensioni dei globuli di grasso e li rendono più suscettibili alla lipolisi (Klein e coll., 1997; Wiking e coll., 2003; Wiking e coll., 2006).
- Cambiamenti nel contenuto di grasso e proteine. Secondo Bach e coll. (2009) in AMS con flusso guidato è possibile una diminuzione del grasso e delle proteine nel latte. Il grasso cala a causa di un aumento del potenziale di acidosi ruminale, dovuta al fatto che le vacche consumano quantità maggiori di mangime in una sola volta, mentre il calo delle proteine è da ricondurre a una riduzione del consumo totale di sostanza secca, anch’essa osservata nei sistemi a flusso guidato (o forzato), soprattutto quando l’accesso all’acqua è limitato.
- Aumento della chetosi subclinica. Secondo studi recenti (Tatone e coll., 2017; King e coll., 2018), i tassi di chetosi subclinica tendono ad aumentare negli allevamenti con AMS, in particolare nelle fasi inziali della lattazione. Le cause sembrano essere l’aumento del numero di eventi di mungitura e la maggiore produzione di latte, se abbinata in particolare con un consumo di mangime non adeguato.
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