Paesi Bassi? No, campagna lodigiana

Il prato è gestito secondo la tecnica del Pascolo Razionale Voisin

Gestione mandria

Paesi Bassi? No, campagna lodigiana

L’azienda Chioda di Livraga (Lo) da marzo a novembre fornisce alle asciutte un prato di oltre 2 ettari, gestito con la tecnica del Pascolo Razionale Voisin

Dopo l’articolo pubblicato sullo scorso fascicolo di Allevatori Top (vedi numero 6/2019, pagina 42-47), ritorniamo a parlare di Pascolo Razionale Voisin e di come sia possibile utilizzare questa tecnica anche nel bel mezzo della Pianura Padana. Ci troviamo infatti nelle campagne di Lodi, lungo la statale che connette Livraga a Ospedaletto; davanti a noi un gruppo di Frisone che pascolano su un ampio e verdeggiante terreno prospiciente a una stalla.

Pascolo Razionale Voisin, Azienda Eredi Sante Chioda, bovini da latte, asciutta
Azienda Eredi Sante Chioda: da marzo a novembre le asciutte hanno libero accesso al pascolo, a qualsiasi ora della giornata

Pochi minuti dopo, parlando con i titolari dell’azienda – la Eredi Sante Chioda S.S. di Livraga – scopriamo che le vacche che abbiamo di fronte sono asciutte, e che la scelta di mandarle al pascolo risale ormai a parecchi anni fa: “La nostra – esordisce infatti Antonio Gamba, allevatore e veterinario libero professionista – è un’azienda agro-zootecnica di 110 ettari distribuiti su due corpi, che produce latte per Grana Padano e che fino a 6-7 anni fa veniva gestita in modo del tutto tradizionale. Poi abbiamo deciso di passare a un’alimentazione priva di silomais, con razioni simili a quelle utilizzate in area di Parmigiano Reggiano, ma comprendenti anche il fieno-silo. Contestualmente decidemmo anche di far pascolare le asciutte su un appezzamento irriguo di 2,6 ettari che si trova esattamente di fronte alla loro stalla”.

Pascolo Razionale Voisin, Azienda Eredi Sante Chioda, bovini da latte, asciutta
Le bovine ritornano in stalla per bere. L’andirivieni tra stalla e pascolo avviene sia di giorno che di notte (anche nelle giornate più calde) e la migrazione è solitamente di gruppo, con i soggetti dominanti che fanno da capofila
 

Parcelle e recinti

All’inizio, ci spiega Antonio, il pascolo veniva gestito secondo le consuetudini in essere sulle nostre Alpi; tutto quello che si faceva era offrire alle bovine un bel pezzo di prato, che giorno dopo giorno veniva allargato spostando un po’ più in là il filo della recinzione. “Ma in questo modo dopo circa 10 giorni l’erba finiva, e dovevamo sospendere il pascolo”. Nel 2017 il nostro interlocutore frequenta il corso sul Pascolo Razionale Voisin (PRV) tenuto da Mariana Donnola di Allevamento Rigenerativo, “e lì capii che stavo sbagliando tutto. Per cui da allora cerco di applicare i principi del PRV: da marzo a novembre le asciutte, che sono circa una quarantina, hanno libero accesso al pascolo, sia di giorno che di notte. Durante l’estate il prato viene suddiviso in una ventina di parcelle, disposte ai lati del camminamento centrale che porta dritto alla stalla, e le bovine consumano una parcella di erba al giorno, oltre al fieno che trovano in stalla. Anche gli abbeveratoi si trovano all’interno della stalla, così da stimolare l’andirivieni delle vacche tra pascolo e ricoveri, e quindi quella ginnastica funzionale così preziosa per le asciutte”.

Pascolo Razionale Voisin, Azienda Eredi Sante Chioda, bovini da latte, asciutta
Mariana Donnola di Allevamento Rigenerativo ci mostra una delle specie “megatermiche” (estive), denominate C4, che arricchiscono il pascolo di leguminose dell’azienda Eredi Sante Chioda

Da notare il fatto che in questa fase le bovine sono allevate in un gruppo unico, senza box di pre-parto e relativo steaming up. Le uniche cautele riguardano semmai il post-parto: per non sottoporre gli animali a un brusco cambio alimentare, le puerpere vengono tenute per un paio di settimane in un box a parte, per essere alimentate a miscelata della lattazione più fieno.

Pascolo Razionale Voisin, Azienda Eredi Sante Chioda, bovini da latte, asciutta
Nell’azienda Chioda le bovine hanno dovuto imparare a pascolare, ma oggi pascolano tutte, indipendentemente dalle linee genetiche
 

Rese agronomiche

Anche la gestione del pascolo è semplificata: niente aratura, niente semina (nel prato spontaneo prevalgono le leguminose, a cui durante l’estate si affiancano specie più zuccherine come il sorghetto, il panico, la gramigna, il giavone) e niente concimazione (bastano le “torte” delle bovine); quanto all’irrigazione, la necessità è identica a quella di qualsiasi prato stabile di queste zone (quest’anno, fino a metà luglio era stata praticata una sola irrigazione di soccorso: ndA). La produzione d’erba? Più che abbondante. “In estate – afferma Antonio – sono addirittura costretto a sfalciarla. Questa è una terra decisamente buona anche per il pascolo”.
Ma vediamo qualche numero: oggi le asciutte della famiglia Chioda consumano un ballone di fieno ogni tre giorni, contro i due balloni al giorno consumati prima di poter usufruire del pascolo. E a inizio agosto, quando era stato ultimato il quinto sfalcio d’erba da parte degli animali, Antonio prevedeva di essersi portato a casa, a costo praticamente zero, 180 quintali di sostanza secca per ettaro, ovvero quanto si fa da queste parti (sempre in termini di sostanza secca) con il mais da trinciato. Ma poi è stata la volta anche di un sesto e di un settimo sfalcio. Ricordiamo dunque quanto scriveva André Voisin nel suo libro “Produttività dell’erba” (1967): “I miei prati, gestiti con pascolamento razionale, hanno avuto una resa maggiore a tutte le colture agricole in uguali condizioni climatiche ed edafiche”.

Pascolo Razionale Voisin, Azienda Eredi Sante Chioda, bovini da latte, asciutta
Il Pascolo Razionale Voisin è amico della biodiversità, ed è per questo che al momento è al vaglio dell’Unione europea in vista della nuova Pac 

Pascolo Razionale Voisin, Azienda Eredi Sante Chioda, bovini da latte, asciutta
Il giavone è tra le essenze estive più appetite dalle bovine
 

Post-parto dolce

Anche i risultati zootecnici sembrano incoraggianti, soprattutto dal punto di vista sanitario: “Da quando mettiamo le asciutte al pascolo – conferma Antonio – le chetosi si sono azzerate, così come le ritenzioni placentari e i casi clinici di ipocalcemia. A zero anche i casi di meteorismo ruminale, nonostante l’abbondante presenza nell’erba del nostro pascolo di trifoglio fresco, soprattutto in autunno. Ho notato – aggiunge poi il nostro interlocutore – che grazie al continuo andirivieni tra stalla e pascolo, le condizioni corporee delle bovine sono eccellenti: se vengono asciugate grasse, le vacche si presentano al parto più magre e più toniche, con un BCS ideale”. Ad analoghe conclusioni sono giunti anche Arnott e colleghi, in un lavoro pubblicato su AgriSearch (2015).
Da menzionare, infine, anche il risultato di una tesi di laurea realizzata dall’Università di Milano proprio nell’azienda agricola della famiglia Chioda: le bovine che in asciutta hanno consumato l’erba del pascolo, nella lattazione successiva producono un latte leggermente più ricco di proteine. Sarà forse per via di un minore stress da caldo, ma è comunque un altro vantaggio da tenere in considerazione. 

Pascolo Razionale Voisin, Azienda Eredi Sante Chioda, bovini da latte, asciutta
Le recinzioni sono elettrificate per mezzo di due batterie a basso voltaggio