Il caseificio di Lonato del Garda (Bs), fra le più importanti realtà cooperative della filiera lattiero-casearia lombarda, ha archiviato un’altra annata da record
“Pensavamo di aver già raggiunto il top nel 2022, ma il 2024 è andato ancora meglio”. E’ quanto ha affermato il presidente di Gardalatte Valter Giacomelli (al microfono, nella foto in apertura) in occasione dell’assemblea annuale del caseificio cooperativo che si è tenuta recentemente a Lonato (Bs). “Merito – ha continuato Giacomelli – delle ottime performance del Grana Padano, il nostro core business, il cui prezzo medio è aumentato dell’11% rispetto alle quotazioni del 2023 grazie agli efficaci investimenti in comunicazione sui mercati esteri del Consorzio di Tutela, che hanno consentito di incrementare le esportazioni, arrivate ormai a rappresentare oltre la metà del totale venduto”. Nel 2024 i conferimenti a Gardalatte sono aumentati di 3 punti percentuali raggiungendo quota 1.220 milioni di quintali di latte. Le vendite di materia prima sono diminuite (-3%), mentre le lavorazioni interne sono cresciute (+4%): la produzione di Grana Padano supera le 157mila forme, quella di Provolone si attesta sui 15mila quintali.

Il bilancio 2024 ha chiuso con un valore della produzione in crescita del 16% superando i 93 milioni di euro. In virtù di questi risultati, la liquidazione ai soci sarà pari a 72 centesimi al litro, Iva esclusa.
“Cifre mai raggiunte nella storia della nostra cooperativa, che confermano ancora una volta quanto sia oggi sempre più strategico essere all’interno di una filiera – ha sottolineato il presidente. La cooperazione, se gestita con criteri imprenditoriali di carattere industriale, rappresenta ancora un’opzione vincente”.
Investimenti in sostenibilità ed efficienza
Importante anche il capitolo degli investimenti, che nel triennio 2024-26 raggiungeranno i 10 milioni di euro: Gardalatte è per altro fra le prime 38 aziende finanziate con i fondi del PNRR per la realizzazione di progetti finalizzati a rendere l’attività sempre più green e al miglioramento degli ambienti di lavoro.
“Puntiamo ad aumentare le trasformazioni in linea con la domanda del mercato – ha sottolineato Giacomelli – rendendo la produzione sempre più sostenibile. Ma occorre ricordare che non esiste sostenibilità ambientale senza sostenibilità sociale ed economica: è fondamentale garantire ai nostri soci realizzi congrui per consentire quegli investimenti in efficienza produttiva, tecnologia, modernità e benessere animale”.
Futuro: export e coesione
Non mancano ovviamente preoccupazioni per un futuro sul quale pende la minaccia dei dazi voluti dal presidente americano Trump.
“Siamo entrati – ha concluso Giacomelli – in una fase storica piena di incognite. Ma ormai è evidente che il futuro dei nostri prodotti si gioca all’estero: per questo la filiera deve fare un salto di qualità cercando di ricompattarsi e di fare massa critica costituendo piattaforme comuni per portare le nostre eccellenze nel mondo”.
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